Ben Weaver - Stories Under Nails Fargo 2004
 

Avevamo già apprezzato Ben Weaver l'anno passato per il pregevole ed imprevedibile Hollerin' At A Woodpecker, suo terzo album. La Fargo ora pubblica, in Europa prima che in America, Stories Under Nails, disco che ci permette di tastare nuovamente le capacità folkie di questo ventiquattrenne di Eugene, Oregon. Ben, in compagnia degli ormai arcinoti Will Oldham (Bonnie 'Prince' Billy) e Jason Molina (Songs: Ohia) è uno dei protagonisti della "nouvelle vague" del folk, genere che in questo periodo, anche sulle pagine di Rootshighway, sta guadagnando nuovamente estimatori e critiche positive. Il minimalismo di questo stile è difficile da interpretare, da capire e, per molti, da digerire: quello di Weaver si fa ancor più impegnativo in considerazione della sua voce sofferta, rauca e notturna, come improntata ad una spoken ballad. Nella sua ugola rivive la tenebrosità di Tom Waits, nelle sue note si assaporano sia atmosfere desertiche, che fredde nottate urbane. Dal country oscuro di Sway With Me alla scarna Grieve All You Want (solo il banjo unito ad un pianoforte impercettibile), passando per il folk-rock di Voice In The Wilderness, Handed Down e Broken By 2 (tutte con chitarra elettrica, batteria e organo: strumentazione articolata abbinata ad una melodia vivace rispetto allo standard di Ben), e per la pianistica Like A Wound, Stories Under Nails sembra guidato dalla luce dei lampioni e dal chiaro di luna, in un saliscendi di suoni e ritmi che si snoda per dodici tracce tribolate. La vena Waits-iana si fa intensa al batter delle ferraglie in 40 Watt Bulb, brano che vede anche la presenza di una fisarmonica molto "parigina". Anche Old Mule non lascia dubbi: le distorsioni della voce - megafono - facilitano il paragone con il cinquantacinquenne californiano di Pomona. Rispetto al precedente Hollerin' At The Woodpaker, lo stile di Ben sembra ora essere calcolato e meticoloso: a giovarne è sicuramente la forma delle composizioni, oggi più eleborata, curata, con arrangiamenti di certo più finiti e ricercati. La sua produzione è in continua evoluzione e i suoi ventiquattro anni fanno ben sperare in un gran futuro artistico: a testimonianza di una maturità in crescendo ecco Ragged Words, ballata breve ma intensa, chiusura ideale per Stories Under Nails.
(Carlo Lancini)

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