John Doe - Forever Hasn't Happened Yet Yep Roc 2005
inserito 23/03/2005

Un ritorno ai vecchi amori fin dalle prime note di The Losing Kind, un bluesaccio a bassa fedeltà che indica la buona strada imboccata da John Doe nel suo esordio in casa Yep Roc. Forever Hasn't Happened Yet nasce dall'esigenza di registrare, secondo le stesse parole del mitico vocalist degli X, un disco elettrico assolutamente semplice, scarno, sia nella musica che nei testi. Le undici canzoni raccolte per l'occasione assolvono il compito di riportare il songwriting di John Doe dentro i confini della canzone roots, senza perdere tuttavia l'impronta ribelle e naif che lo ha visto protagonista negli anni ottanta. La poetica punk degli esordi è scomparsa da tempo, ma invece di inseguire i sogni da cantautore del precedente, piuttosto deludente Dim Stars, Bright Sky, oggi John Doe ha ripiegato sul rock'n'roll e sulle radici, non facendosi mancare le solite collaborazioni illustri. Forse anche a causa di questa formula i suoi dischi rimangono sempre un po' abbozzati, claudicanti, sospesi tra zampate da maestro (la già citata The Losing Kind e la nervosa Heartless, entrambe incise con gli ospiti Dave Alvin e Grant lee Phillips; il folk blues di There's Black Horse) e ballate un poco anonime e ingrigite dall'usura del tempo (Worried Brow, She's Not e in generale tutta una seconda parte decisamente in caduta di ispirazione). Questa volta il passo avanti è stato quello di dedicarsi ad una produzione (con Dave Way) più asciutta e spigolosa, che se non altro sembra avere ridato una certa spinta elettrica frettolosamente abbandonata. Il suono è secco, minimalista, a volte la sezione ritmica è schiacciata sul fondo, ma l'interazione con le voci femminili, in numerosi duetti che insistono volutamente sulla vecchia formula degli X (ma Exene Cervenka non c'è più...), ha una sua ragion d'essere e funziona quasi sempre a pieno regime: con la figlia Veronica Jane, ad esempio, nel rutilante roots rock di Mama Don't, complice la chitarra di dave Alvin; oppure nella scheletrica Hwy 5 (Neko Case al suo fianco), un blues futurista con ritmica e loops elettronici; infine nella convulsa tirata elettrica di Ready con Kristin Hersh, uno degli episodi più fedelmente ricalcati sulla filosofia degli X, uno spettro e un'eredità che sembrano in ogni caso inseguire John Doe fino ai giorni nostri
(Fabio Cerbone)

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