Willy Mason - Where the Humans Eat Virgin 2005 1/2

inserito 08/06/2005

Willy Mason con il suo album di debutto Where the Humans Eat emerge dalla scena folk americana dimostrando una notevole e rara maturità artistica, vista la giovanissima età. Il diciannovenne cantautore, i cui genitori sono entrambi musicisti professionisti, è originario del Massachusetts ed è stato scoperto da Bright Eyes a New York.
Dietro a questo primo lavoro vi è una chiara ispirazione a stili e tecniche tipici della tradizione americana rielaborati però in una chiave più moderna e vicina alla cultura di un teenager, evidentemente cresciuto fra ascolti di musica di qualità e che si destreggia piuttosto bene su territori segnati da miti come Johnny Cash, John Lee Hooker e Neil Young. L'album si apre con un brano, Gotta keep on movin', che potrebbe sembrare opera di un Ben Harper che interpreta a sua volta Robert Johnson; i due pezzi successivi, All you Can Do e Still a Fly, servono invece a mettere subito in chiaro che Mason è un artista che musicalmente si racconta rifiutando omologazioni stilistiche e sa esprimersi piuttosto bene nell'essenzialità di arrangiamenti con chitarra, voce e sezione ritmica di basso e batteria che caratterizzano poi quasi tutta l'opera. La title-track, Where the Humans Eat, è uno dei momenti più dolci e allo stesso tempo melanconici del disco: dietro alle parole "You don't belong where the humans eat, you don't belong, don't belong to me" sta una constatazione su certe diversità riscontrabili nella società d'oggi e su come queste vengono esaltate piuttosto che rimosse. L'anima country di più marcata ispirazione cashiana emerge nella ballata Hard Hand to Hold mentre nella jazzata Letter #1 prevale il lato più swing di Willy Mason: in entrambe mette in risalto l'autorevolezza di una bella voce più istintiva e sincera, volutamente poco tecnica. In Our Town e in Oxygen, ricorrono nuovamente dei temi di natura sociale che stanno particolarmente a cuore all'artista. Nella prima racconta ironicamente di un assurdo arresto a New York durato più di un giorno e causato da un equivoco (era già successo qualche tempo fa, nella stessa città, a Lenny Kravitz che scrisse poi Bank Robber Man); nella seconda invece critica, seppur in maniera "soft", il sistema capitalista, l'ignoranza, la perdita di riferimenti da parte della società moderna e tutto ciò che sottrae quell' "ossigeno" di cui Mason si dimostra alla perenne ricerca. Contenuto letterario a parte, Oxygen, è un originale brano (anche se potrebbe un po' forzatamente ricordare Lua di Bright Eyes) basato su un quasi ossessivo giro di accordi che sfocia piacevolmente in un refrain dai toni più rilassati che ha spopolato fra le radio inglesi ed americane. Questa canzone e gli altri ottimi pezzi che trovano spazio in questo brillante debut album, oltre ad aver convinto un'etichetta importante come la Virgin a mettere sotto contratto Willy Mason, hanno conquistato gran parte della critica statunitense ed europea portando sotto i riflettori lo schivo e riservato ragazzo della East-Coast, al quale toccherà in futuro riuscire a ritagliarsi un piccolo spazio fra i grandi cantautori dell'area folk che l'America ci ha regalato.
(Enrico Ladisa)

www.willy-mason.com