inserito 20/12/2006

Robyn Hitchcock & the Venus 3
Olé! Tarantula
[Proper/ IRD 2006]


1/2

Il tempo si è fermato in Olé! Tarantula, o meglio ha compiuto un passo indietro e questo perché la proverbiale stravaganza di Robyn Hitchcock lo ha riportato a cavalcare gli antichi amori di gioventù, rispolverando chitarre sbarazzine, jingle jangle sound e ganci pop che ricordano i giorni gloriosi dei Soft Boys e lo primo scorcio di carriera solista. Una parte del merito va senz'altro condivisa con i Venus 3, backing band formata dalla solita combriccola di amici, che in questa occasione si limitano ai Minus 5 in formazione ristretta: Peter Buck alle chitarre, Scott McCaughey al basso e Bill Rieflin alla batteria. Sono loro l'anima musicale che asseconda la ritrovata vena elettrica di Hitchcock attraverso dieci bozzetti deliziosi, nell'insieme una delle uscite più convincenti del suo catalogo. È altresì vero che Hitchcock in tempi recenti non si è fatto mancare interessanti esperimenti: dall'oasi acustica e intrigante del precedente Spooked, disco di grande profondità catautorale, all'estemporanea riedizione dei Soft Boys in Nextdoorland la sua vena non si è certo esaurita e l'uscita di Olé! Tarantula dimostra una volta di più il talento di un piccolo genio della melodia, un fine costruttore di pop song che oggi tornano a colorarsi di tonalità pastello, di briose leggerezze elettriche e divagazioni psichedeliche, così care all'autore. Caricato delle inevitabili immagini che popolano la scrittura di Hitchcock, con testi surreali, ironici, caustici, Olé! Tarantula si presenta con il simbolico biglietto da visita di Adventure Rocket Ship, un rutilante pop rock spaziale, poi ripreso nel finale con The Authority Box, che identifica i gusti e le influenze del musicista. Ma c'è molto altro dietro l'angolo. Sarà per questo che si giustificano i contributi entusiasti di Peter Buck, ma anche di ospiti quali Ian MCLagan (tastiere) e il vecchio compagno nei Soft Boys Kimberley Rew (chitarre). Dal contocircuito fra armonie british e rock'n'roll nascono gustose caramelle pop come Underground Sun, un omaggio palese agli amati Byrds, e 'Cause It's Love (Saint Parallelogram), scritta a quattro mani con Andy Partridge dgli XTC, mentre sul versante più squisitamente autorale spuntano irresistibili filastrocche (Belltown Ramble, dolcissima) ed una nutrita sequela di ballate di chiara impostazione tradizionale, tra cui la stessa title track, dove il soffio dell'armonica riecheggia mai sopiti amori per Bob Dylan, o ancora meglio (A Man's Gotta Know His Limitations) Briggs, folk rock luminoso e tra i punti più alti dell'intero lavoro. A ricordarci infine lo spirito più irrazionale del nostro protagonista ecco sbucare la sensuale e sbilenca andatura rhythm'n'blues di Museum of Sex, con il sax di Colin Izod a dettare il passo. Un rivisitazione del proprio suono per nulla nostalgica ed anzi con le giuste dosi di eccentricità e ispirazione.
(Fabio Cerbone)

www.robynhitchcock.com
www.proper-records.co.uk


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