inserito 03/10/2007

Bruce Springsteen
Magic
[
Columbia/ Sony 2007]

Do You Believe In Magic? Piccolo antefatto di carattere industriale: tre anni fa Bruce Springsteen ha rinnovato il suo contratto discografico con la Columbia per una cifra molto prossima ai cento milioni di dollari. L'effettiva entità degli emolumenti, così come i dettagli, non sono mai stati resi noti anche perché l'affare è stato tutt'altro che indolore: non solo perché alla finestra c'erano almeno altre due o tre etichette discografiche pronte ad intervenire; non solo perché c'è stato un feroce scontro interno alla Columbia sulle modalità del rinnovo; soprattutto perché, con ogni probabilità, rimarrà per dimensioni, specificità e caratteristiche come l'ultimo contratto storico di un'industria discografica al crepuscolo. Il peso, economico ma non solo, si è fatto subito sentire e infatti ci possiamo dimenticare il Bruce Springsteen che partoriva un disco ogni due anni, pensando e ripensando ai dettagli e alle scelte e nel frattempo accumulando outtakes su outtakes. Dal 2005 ad oggi sono usciti tre dischi di inediti (Devils & Dust, The Seeger Sessions e Magic), uno dal vivo (Live In Dublin, più DVD) nonché la ristampa di Born To Run (che conteneva un altro DVD dal vivo, l'Hammersmith del 1975). Una quantità di musica che neanche il più frenetico dei fans poteva immaginare mentre si vocifera (da tempo) di un Tracks 2 e di un (doppio) live del'epocale 1978. Arriverà tutto quanto, e anche di più
Magic & Loss
Non si può leggere Magic slegato dalla logica di cui sopra. E' un Bruce Springsteen che rincorre se stesso (E Street Band compresa) rivolgendosi al passato prossimo (You'll Be Comin' Down sembra uscire da Lucky Town e Magic da The Ghost Of Tom Joad) e remoto (con il rhyhtm and blues di Livin' In The Future, paradossale già nel titolo), senza il coraggio di The Rising. Non a caso il nucleo centrale di Magic, Gypsy Biker, Girls In The Summer Clothes e I'll Work For Your Love sembra un'apoteosi della nostalgia che ha il suo culmine (peraltro splendido) proprio in Girls In The Summer Clothes incrocio di un sogno wild & innocent con l'aria californiana dei Beach Boys e del sempre amatissimo Roy Orbison. Attorno a questo nocciolo romantico c'è una pelle fredda e dura: Radio Nowhere e Devil's Arcade riflettono la stessa tensione che si può percepire nella Strada di Cormac McCarthy: un'angoscia inquietante, ma molto lucida nel filtrare una realtà amarissima. In questo Bruce Springsteen continua a mantenere una sua onestà e diventa inutile ripetersi che dal vivo sarà un'altra storia, va da sé che in Magic sembra andare tutto un po' troppo di corsa. A differenza di The Rising che era un'invocazione alla resistenza umana o di Devils & Dust che era una livida descrizione dei passaggi e dei paesaggi americani di oggi e di ieri, l'unica vera magia, qui, è la nostalgia che è sempre un'arma pericolosa e a doppio taglio. Un po' come un contratto da cento milioni di dollari: concede moltissimo, all'inizio, ma poi si prende tutto e come ultima emozione lascia solo un filo di malinconia
(Marco Denti)

www.brucespringsteen.net


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