inserito 05/04/2007
JJ Grey & Mofro
Country Ghetto
[
Alligator/ IRD 2007]

1/2

"There's a war goin' on": chitarre swampy, organi che grondano soul sudista ed una voce nera come il Mississippi. A cantare invece è un ragzzo bianco di Jacksonville, Florida, patria indiscussa dei Lynyrd Skynyrd e di un'intera iconografia del rock'n'roll. War, il brano da cui è tratto il verso in questione potrebbe passare per una riedizione della ben nota anthem song di Edwin Starr: il pulsare della ritmica, il crescendo coinvolgente dei fiati sono peraltro figli di quella scuola del r&b americano che fra gli anni sessanta e settanta ha scritto la storia della black music. JJ Grey & Mofro sono invece ragazzacci della classe bianca che hanno mandato a memoria la lezione, uscendo allo scoperto con un terzo disco (dopo l'esordio Blackwater del 2001 e il già positivo Lochloosa di due anni fa) che esplode nei mille rivoli della tradizione southern. Strano ma vero è stata un'etichetta come la Alligator, spesso simbolo in questi anni di un blues un po' scontato e di maniera, ad essersi interessata al progetto. Il salto di qualità c'è stato eccome: Country Ghetto è senza dubbio il disco più ambizioso della band, quello più accattivante della loro breve carriera, un intruglio sudaticcio di swamp rock, funk e soul music che mastica in solo boccone Tony Joe White, Otis Redding, John Lee Hooker, Sly & the Family Stone e Curtis Mayfield. Posta in questi termini la quesione, sembrerebbe di avere tra le mani un capolavoro: ovvio che la musica di JJ Grey (voce, chitarre, armonica e molto altro) e dei Mofro (Daryl Hance alle chitarre, Adam Scone all'organo, George Sluppick alla batteria) sia piuttosto un riflesso del passato, una rilettura però che non scade nella maniera quanto piuttosto in un'iniezione di spavalderia e calore che non si sentiva da tempo nel genere. Con l'appoggio sostanzioso degli Hercules Horns e all'occorrenza di un godurioso coro femminile, Country Ghetto trascina e stuzzica l'ascoltatore scivolando fra gli stili senza perdere la bussola: infatti dopo l'esecuzione di War ti aspetteresti nient'altro che eccitazione ed elettricità, e invece tra il paludoso swamp di By My side e Mississippi, un titolo programmatico, l'hammond da stordimento di Tragic, le secche chitarre da juke joint di Turpentine (preceduta dall'intro strumentale di Footsteps), c'è spazio anche per infilare la sensualità di Circles, e le meno riuscite Goodbye e On Palestine, canzoni che riecheggiano comuqnue i luoghi d'infanza di JJ Grey, la sua storia e quella che ha imparato dalla sua famiglia. Da queste solide fondamenta nascono forse gli irresistibili riff della stessa Country Ghetto, che ti si attacca addosso e non ti molla più, il soul classico di Woman e il respiro gospel di Sun Is Shining Down. JJ Grey & Mofro hanno già fatto parlare di sé al festival di Bonnaroo ed apriranno presto la tournè europea come supporto dei Los Lobos. Si meritano tutta l'attenzione dovuta, perchè hanno inciso dodici brani originali che suonano come classici.
(Fabio Cerbone)

www.mofro.net


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