inserito 05/03/2007
The Possum Trot Orchestra
Harbor Road
[
Southern Can 2006]



Nel gergo giovanile americano i bigini scolastici sono chiamati Trot (letteralmente "trotto", il perché è intuibile a chiunque abbia provato l'esperienza di preparare un'interrogazione in 5 minuti). Peculiarità dei bigini è quello di ridurre grandi nozioni a piccoli concetti fruibili e memorizzabili in breve tempo. Esattamente quello che fa la Possum Trot Orchestra (il cui nome in verità si riferisce ad una sorta di pratica podistica che miete cultori in tutto il mondo), continuando a portare in giro per gli States una sorta di carrozzone antologico di quello che è passato nel mondo del country, bluegrass, folk, blues e tanto altro, tutto reso in maniera semplice e immediatamente orecchiabile (quasi "pop" si potrebbe dire…). Ensamble dell'Indiana giunto all'appuntamento del secondo album, la band ha una struttura bifronte, con due leader che cantano e scrivono le proprie canzoni, creando un po' l'effetto di sentire due gruppi differenti. Caratterizzati da un sound acustico al 95%, garantito da due bravissimi strumentisti come il mandolinista Dave Kartholl e il polistrumentista Rob Suraci (chitarre, piano, basso, batteria, armonica e l'elenco sarebbe ancora lungo…), il timone della nave è equamente diviso tra John Minton (chitarre, fisarmoniche, lap steel…) e la tastierista Susie Suraci. Dal punto di vista tecnico la band è davvero ineccepibile: gli intrecci di chitarre, banjo e mandolini sono di buon livello e le partiture per le sei corde per nulla banali, e l'impressione è che dal vivo possano davvero essere spettacolari per chi ama il genere. Altra storia invece la tenuta dei brani: quelli di e cantati da Milton sono molto elementari nella scrittura e il suo canto, abbastanza monotono e impersonale, non aiuta a dargli un tono. Si distinguono comunque la title-track, un brano che sembra uscito dai primi dischi degli America, e The Devil At The Card Party, che potrebbe essere tranquillamente una outtake della collezione di Woody Guthrie. Meglio invece il lotto delle canzoni di Susie Suraci: innanzitutto perché la sua voce è molto particolare (tra l'altro non lontana da quella della nostra Carmen Consoli) e poi perché dalla sua penna arriva il brano più interessante, la divertente Buckeystown. Per il resto al chitarrista Rob Suraci viene affidata l'unica cover del cd, una Bad Luck Blues di Blind Lemon Jefferson, ben strutturata come arrangiamento, ma con troppo poco mordente per poter dire qualcosa di importante nella storia del genere. Ben prodotto (anzi, fin troppo perfettino nelle rifiniture), ben confezionato, ben suonato, di Harbor Road dopo i primi ascolti si notano subito gli aspetti positivi, ma a lungo andare qualcosa non prende, non rimane. Forse perché, come tutti i bigini, finiscono sempre per essere un po' troppo semplici e riduttivi.
(Nicola Gervasini)

www.possumtrotorchestra.com
www.cdbaby.com


<Credits>