inserito 22/12/2008

Grant Peebles
It's Later Than You Think
[
Grant Peebles 2008
]



Strana la storia di questo cantautore originario di Tallahassee, Florida, che da sempre scrive canzoni quasi per istinto confessionale, libero da ogni sorta di esigenza legata ai frutti di eventuali royalties. Molti anni per pubblicare un disco, considerato che l'esordio non è tra i più precoci, cinquanta candeline spente per assistere alla nascita di Down Here In The Country, che esce nel 2007. Cresciuto con Roger Miller tra le quattro pareti del cuore, Peeples rimane folgorato quando un amico gli fa ascoltare Desolation Row, Just Like A Woman e Girl Of The North Country di un certo folksinger di Duluth, mentore di una ricca schiera di voci e chitarre, magari con qualche armonica in più. Da lì alla prima sei corde il passo è breve, come altrettanto spedito è quello che lo porta a comporre canzoni prive di amplificatore che restano confinate alla prospettiva domestica.

Un'attività che in qualche modo si riduce al poco tempo libero a disposizione, nei settanta c'è da gestire un club dove si fa musica dal vivo, ed è qui che Grant Peeples vede transitare la crema dei songwriters del tempo, da Jerry Jeff Walker a Bonnie Raitt, con in mezzo bluesmen del calibro di B.B. King o vere e proprie star del country come le Judds. Qualche progetto, alcune registrazioni, poi l'abbandono di una vita e la 'fuga' in un'isola dei Caraibi vicina alle coste del Nicaragua, dove con la famiglia gestisce un hotel fino al 2005, anno del suo ritorno nella terra delle Everglades e, finalmente, alla musica. It's Later Than You Think attinge al patrimonio della nativa Florida e si sposta verso ovest, piuttosto che rimanere impantanato nelle paludi del Sud. La sua musica è stata spesso definita "alternative southern", ma l'etichetta non regge l'urto e si amalgama meglio con un robusto traditional country, dato che le sue influenze principali virano in direzione del movimento outlaw con passaggi obbligati nelle regioni di Guy Clark e soprattutto Ray Wylie Hubbard, con il quale condivide una voce semibaritonale sporca e polverosa.

Lotta di classe e denuncia sociale sono le coordinate dalle quali prendono spunto liriche spesso taglienti e ironiche, il suono è principalmente acustico, con un fulcro chitarristico che riflette smagliature di violino e ritagli di steel quasi onnipresenti, insieme a contrappunti corali che spesso nobilitano il refrain di alcuni passaggi. La rivisitazione in chiave Mellencamp delle piccole città di provincia fa dell'iniziale Pitiful Little Town l'highlight del disco, I'm Empty Now sa di desolazione umana, Grant's Talking Blues dipana una matrice outlaw e comprime valenze sociali e politiche, Halo sussulta invece di elettricità e regala un assolo finale degno di nota. Altra ballata da fuorilegge la lunga Tears From Carmen's Eyes; Don't Get So Close To Me è introdotta da un'armonica western in stile morriconiano, in chiave Dylan la bella Liliana. Niente di eccezionale, ma buone canzoni, con uno strato di onestà di fondo più che ammirevole.
(David Nieri)

www.grantpeeples.com
www.cdbaby.com


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