inserito 02/05/2008

Steve Wynn
Crossin Dragon Bridge
[
Blue Rose/ IRD
2008]



La svolta “europea” di Steve Wynn ha qualche precedente che merita di essere spiegato. Il suo ospite a Ljubljana, terra di Slovenia, è stato Chris Eckman che proprio lì ha trovato una nuova patria. Con i Walkabouts aveva già esplorato i territori contigui tra il rock’n’roll e i contorti sentieri dell’Europa, precisamente a partire dall’affascinante Train Leaves At Eight (Glitterhouse, 2000) e Steve Wynn ha seguito, quasi per inerzia le stesse mappe. Anche se la prima canzone di Crossing Dragon Bridge, l’eccentrica Manhattan Fault Line, richiama, già nel titolo, New York City, tutto il disco è un compromesso con le radici rock’n’roll di Steve Wynn e la volontà di sperimentare senza necessariamente rientrare in qualche schema.

A livello concettuale, e forse qualcosa di più, Crossing Dragon Bridge condivide molte delle impostazioni di Magic di Bruce Springsteen (compresa la bella Bring The Magic la cui assonanza va ben oltre il titolo). Anche qui il songwriter ha la meglio sulla sua rock’n’roll band: gli amici e i compagni di sempre (Kirk Swan, già chitarrista dei Dumptruck, Chris Cacavas, ex Green on Red, la compagna Linda Pitmon e lo stesso Chris Eckman) sono giostrati insieme agli archi, agli effetti, ai bassi e alle batterie elettroniche. Però Steve Wynn invece di virare verso i Beach Boys o Phil Spector si avvicina coraggiosamente a Goran Bregovic (When We Talk About Forever e Wait Until You Get To Know Me) o persino Fabrizio De Andrè (Punching Holes In The Sky) per raccontare un mondo sospeso tra sogno e amore, speranza e decadenza e infine travolto dalle guerre e dalla morte di sempre. Se le chitarre di I Don’t Deserve This non sono più quelle di Here Come The Miracles, e sono più vicine a quelle di Last To Die o di Devil’s Arcade, è perché il deserto che raccontano non è in Arizona, ma in Iraq o in Afghanistan.

La vecchia e traballante Europa allora sembra essere diventata per Steve Wynn un “rifugio della mente”, un sogno mascherato da una tazza di caffè o da un ponte in mezzo alla città. Per tutto questo Crossing Dragon Bridge è da prendersi, come suggerisce lo stesso Steve Wynn, come un omaggio alle atmosfere e alle vibrazioni di una città nel cuore dell’Europa e a un tentativo di aprirsi orizzonti ancora tutti da scoprire. Anche se il ponte metaforico tra il “cult artist” del rock’n’roll e l’interprete a tutto tondo, Steve Wynn l'ha già superato con grande savoir faire e pure con un filo di magia.
(Marco Denti)

www.stevewynn.net
www.bluerose-records.com


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