inserito 17/07/2009

Dinosaur Jr.
Farm
[Jagjaguwar
 2009
]



La manopola del gain dell'amplificatore è virata al massimo, se possibile oltre il dieci, il feedback si espande per lo studio, la voce di J Mascis mormora qualcosa di incomprensibile mentre Murph e Lou accelerano fino allo spasmo la ritmica: bentornati vecchi "Dinosauri". Eravate apparsi venticinque anni fa con l'idea di spazzare un po' di ruggine rock sotto i tappeti e di inventarvi una nuova via d'uscita alla furia hardcore punk di quel tempo; siete ormai diventati voi stessi un classico, di quelli che si possono permettere una reunion e tornare come se niente fosse ai fasti del passato. La differenza, lo avevamo intuito già nel trionfo di Beyond, è che qui nulla suona parossistico o peggio ridicolo, perché i Dinosaur Jr. della seconda età sono una rock'n'roll band che è letteralmente nata una seconda volta, non tenendo conto della storia precedente o facendo finta di niente.

Solo così si può spiegare la freschezza di una insospettabile amicizia musicale e di una carriera che prosegue senza colpo ferire in Farm, cambio di etichetta con la Jagjuguwar, ma nella sostanza sorta di secondo capitolo o di "dove eravamo rimasti" all'indomani del citato Beyond. Manca evidentemente l'effetto travolgente di quella inattesa ricomparsa, e forse mancano anche una punta di rabbia e qualche canzone memorabile, le stesse che rendevano quel disco uno schiaffo alla flebile forma rock delle ultime generazioni. Farm ha piuttosto qualcosa da condividere con i Dinosaur Jr. della "dipartita", quelli di Where You Been e Green Mind e di un J Mascic solo al comando: la band è ancora e sempre nelle sue mani - e la registrazione con John Agnello negli studi casalinghi Bisquiteen di Amherst, Massachusetts lo dimostra - in quel solismo esasperato che non rinuncia agli otto minuti di younghiana memoria in Said the People, agli altrettanti convulsi riff di I Don't Wanna Go there, al pop in salsa acida di Over It, alla inquieta e svogliata cadenza di una Plans che è già un piccolo classico.

Chissà, è probabilmente per tale motivo che Farm si mostra come il frutto di una sua proiezione artistica e assai meno quale opera di gruppo: Lou Barlow lascia un segno tangibile in Your Weather (ottima peraltro) e nella conclusiva Imagination Blind, ma sono scampoli di un autore che preferisce restare protetto nell'ombra, riparato e al sicuro grazie alla straripante vena di J Mascis. Il quale ovviamente rifà il verso a se stesso e non può non apparire a tratti un abile rimestatore (Ocean in the Way, There's No Here, una See You che abbiamo già sentito mille volte…), eppure capace ancora di farsi travolgere dal "wall of sound" di chitarre e Marshall che gira nella sua testa (I Want You to Know), persino di inventarsi una improbabile "visione rock" fra i Dinosaur jr e i Rolling Stones in Friends. Non è un prodigio Farm, non ce n'era nemmeno bisogno, è soltanto un'altra bella dimostrazione di come questa band sia ancora necessaria e per nulla sconfitta dalla storia e dagli anni che passano.
(Fabio Cerbone)

www.dinosaurjr.com
www.jagjaguwar.com


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