inserito 19/02/2010

Jess Klein
Bound to Love
[
United for Opportunity  
2009]



È da qualche anno che Jess Klein potrebbe ambire a qualcosa di più di una semplice promessa fra le tante nuove folksinger che ci capitano intorno. Lo dico perché più volte mi sono imbattutto nella brillante voce di questa ragazza di Boston e nei suoi dischi - alcuni pubblicati per la Rykodisc a livello intenazionale - ma mai sono riuscito veramente ad apprezzare le sue ballate a metà strada fra tentazioni pop rock e tradizione folk. Quello che le mancava era forse una personalità in grado di distinguerla dalla concorrenza, a dire il vero agguerrita e abbondante: anche il precedente City Garden, accolto con tutti i favori dalla stampa inglese (Mojo soprattutto), con il suo sconfinamento verso il blues, non ci era sembrato poi così indispensabile. Tutto questo preambolo per dire che grazie a Bound to Love potrebbe forse avere imboccato la strada giusta: Jess Klein ha fatto le valigie per Austin nel 2008, si è trasferita nella capitale dell'Americana e ha preso quel bivio verso il Texas e la roots music collaborando in studio con Scrappy Jud Newcomb (sue tutte le chitarre nell'album), Matt Adison (piano, tastiere), Kim Deschamps (pedal steel) e Slaid Cleaves (ospite nella dolciastra country song Fool).

Non si tratta di un cambiamento radicale (brani come la stessa Bound to Love e Rosalie ci ricordano la formazione della musicista), la sua voce è sempre attenta alle sfumature della melodia, c'è ancora del mestiere nelle ballate che scrive, ma è indubbio che i suoi nuovi punti di riferimento si chiamino Lucinda Williams (sentitevi la deliziosa Postcards, che sembra uscita da Sweet Old World o Car Wheels), Emmylou Harris e Patty Griffin, insomma le regine indiscusse del genere. Bound to Love non ha i mezzi e le canzoni per competere con queste grandi signore dell'Americana, è evidente, ma è un disco solidissimo e per la prima volta non si trascina a fatica con qualche riempitivo di troppo. Jess Klein è inoltre in buona forma vocale e azzecca almeno tre brani ad effetto e con un certo piglio radiofonico, che non guasta mai: When the Time Comes subito in partenza, con i fiati dell'interessante musicista texano Matt the Electrician e un tiro rock notevole; Don't Wanna say It, scritta con Newcomb, molto pettyana nella melodia; I Just Wanna Know Your Name, altra ballata di bella fattura con quelle cadenze soul nell'interpretazione della Klein.

Il cambio di città ha impresso dunque una svolta interessante su questa autrice, che oggi si permette di rispolverare John Hiatt (Before I Go da Crossing Muddy Waters resa con garbo e partecipazione) e di virare verso un country blues elettrico di grande impatto (Travelin' Woman). Si intuisce la natura di queste canzoni, nate probabilmente sulla strada, lungo i tour e nei trasferimenti dalla East coast verso il South West: numerosi i riferimenti alla vita personale e ai luoghi in cui Jess ha vissuto, forse con l'idea di avere finalmente trovato l'ambiente ideale per scrivere la sua musica.
(Davide Albini)

www.jessklein.com
www.ufomusic.com



<Credits>