inserito 11/12/2009

Blue Rodeo
The Things We Left Behind
[
Warner Music Canada  2009
]



E' difficile pensare a qualcosa di meno appetibile di un lungo doppio album licenziato da una band che ormai da quindici anni non produce più nulla di veramente significativo, e che per di più ha sempre avuto negli eccessivi rilassamenti e in alcune evidenti prolissità il proprio maggior difetto. Eppure The Things We Left Behind è qui da sentire, 85 minuti di puro Blue Rodeo-sound che riescono raramente a stancare, sedici brani che Greg Keelor e Jim Cuddy hanno scritto e riscritto in più di vent'anni di carriera, ma che evidentemente non trovavano la forza per ribadire con la giusta convinzione. Questo disco è forse l'apice di un recupero di quella voglia di tornare e rimettere il naso fuori dai confini canadesi che già aveva caratterizzato i non disprezzabili Are You Ready e Small Miracles, una specie di sfogo liberatorio per rivendicare il proprio posto d'onore negli annali del rock. E soprattutto, udite udite, qua e là affiorano episodi che fanno davvero gridare al ritorno ai tempi d'oro, lontani ormai anagraficamente, ma ancora attuali nel perfetto mix di suoni d'applausi e songwriting fluido e convincente sciorinato in One More Night, Wasted e Never Look Back, veri e propri figli minori del grande Lost Together del 1992.

Ma quello che impressiona stavolta è il ritorno ad uno studio di arrangiamenti e soluzioni alternative all'abusato dialogo piano-chitarre acustiche, con sei corde molto più rock ma mai troppo sguaiate, organi pressanti ma non invadenti, e armonizzazioni vocali sempre puntuali. Niente elettronica, nessun atteggiamento indie-intellettualistico "à la page" e nessuna concessione a tutto quello che questi anni 2000 hanno comunque fatto scorrere, i Blue Rodeo restano una band nostalgica e per nostalgici, e quando sperimentano (Million Miles, o la stessa title-track), lo fanno sempre senza mai uscire dai canoni di quello che i ragazzini di oggi chiamano "classic rock". I brani scorrono veloci, con il solito mix tra country-rock (Sheba e Arizona Dust), travestimenti da Beatles rurali (And When You Wake Up o You Said) e lunghe cavalcate alla Neil Young (i dieci minuti di Venus Rising), senza cavalli pazzi nel motore, ma con qualche optional strumentale in più al posto di guida.

Le lungaggini ci sono, più dovute alla quantità che all'effettiva qualità, e al massimo avremmo potuto rinunciare a qualche piano-song troppo auto-compiacente (One Light Left In Heaven),o a pop-songs che non tengono il passo delle altre (la leggerina Gossip), ma nel complesso questi cinque attempati signori di Toronto sono riusciti a mantenere un livello invidiabile. The things We Left Behind è un disco non per tutti, bisogna essere già pienamente predisposti a questo stile e non cercare rivoluzioni, consci che non è da un disco dei Blue Rodeo che potranno partire. Consigliamocelo tra noi come veri carbonari, come fosse un oggetto vietato perché contro le regole del progresso o una droga pericolosa per l'evoluzione umana: pare che una dose per uso personale sia ancora consentita.
(Nicola Gervasini)

www.bluerodeo.com
www.myspace.com/bluerodeomusic



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