inserito 23/12/2009

Sons of Bill
One Town Away
[
Blue Rose 2009
]



A qualche mese di distanza dall'originaria uscita indipendente, è ancora una volta la tedesca Blue Rose, paladina di una certa conservazione roots rock, a recuperare dal mucchio delle pubblicazioni Amerucana il secondo lavoro dei Sons of Bill, band a conduzione familiare in cui tre ragazzi cresciuti a dosi massicce di old time music e country grazie alle lezioni del padre, si sono inventati la loro personale rock'n'roll band. Stiamo parlando dei tre fratelli Wilson - Sam, James e Abe - che dalla nativa Virginia hanno macinato miglia ed esperienze, prima in conto proprio, quindi ritrovandosi intorno ad una passione comune. Al resto ci ha pensato l'esordio A Far Cry from Freedom, passato velocemente anche per queste lande informatiche, nonché i tour di spalla per Robert Earl Keen e Robert Randolph. Loro, così disorientati da sembrare una band sudista con qualche complicazione alternative country, certamente non il prodotto del suono strettamente folk ascoltato in casa con il padre, devono essersi sentiti un po' fuori luogo.

La faccenda oggi si è ulteriormente "complicata", perchè i Sons of Bill sono volati in California in cerca del loro eldorado: lo hanno trovato probabilmente nella persona di Jim Scott, uno dei migliori ingegneri del suono e produttori che abbiano bazzicato il rock delle radici in questi ultimi vent'anni (dal Tom Perty di Wildflowers ai Whiskeytown di Strangers Almanac, solo per citare i più clamorosi, la lista è lunga e impeccabile). Nasce così One Town Away, dieci giorni di lavorazione cesellando chitarre (c'è anche la steel di Greg Leisz) e melodie con l'intenzione di compiere il salto di qualità rispetto alle promesse del precedente A far Cry from Freedom, disco più artigianale e vibrante di sensazioni country rock provinciali. Che i suoni si siano fatti più adulti, pieni e precisi non vi è dubbio, ma non pare proprio che i Sons of Bill abbiano trovato canzoni memorabili, in grado insomma di distinguerli nella grande ondata di produzioni Americana che ci investono ogni mese.

A questo giro l'ago della bilancia sembra pendere verso un country rock dal passo più epico, che ha il respiro di certo "Red Dirt" texano: The Rain, Going Home e Rock and Roll potrebbero finire nel reperotorio dei Cross Canadian Ragweed, con meno carattere si intende, mentre la title track, Never Saw It Coming e Western Skies dispiegano ballate da grandi spazi, di tanto in tanto scomodando una dolce malinconia (Charleston) che pare il leit motiv interpretativo di James Wilson, principale voce solista. Fatta salva la rotondità dei suoni e lo squillare delle chitarre (in So Much For The Blues sembra di sentire l'attacco di Listen to her Heart di Tom Petty) restano tuttavia una manciata di canzoni medie e tanta buona volontà: il produttore da solo non basta e di miracoli questa volta non se ne vedono all'orizzonte.
(Fabio Cerbone)

www.sonsofbill.com
www.myspace.com/sonsofbillmusic



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