inserito 13/05/2009

Jesse Winchester
Love Filling Station
[
Appleseed Recordings  
2009]



Un vero e proprio draft dodger, per intenderci renitente alla leva, Jesse Winchester pagò in termini di notorietà una scelta che in molti, all'epoca dei fatti, potevano permettersi di condividere a cuore aperto. Ricevuta la cartolina di arruolamento nel 1967, un giovane di Memphis si rifugiò a Montreal per evitare gli orrori di una guerra - quella del Vietnam - preferendo vivere un esilio artistico che si concluse soltanto nel 1977, quando l'amnistia concessa dal presidente Jimmy Carter gli consentì di tornare a esibirsi in patria. Certo è che il suo periodo migliore, quello dei primi anni settanta, gli valse solo un ottimo consenso di critica e poco altro, se non un'attestazione di stima da parte di un certo Bob Dylan, che lo ha sempre considerato uno dei migliori cantautori in circolazione. Indubbiamente l'impossibilità di farsi notare al pubblico di casa gli impedì di rispondere personalmente all'appello nella prima classe dei songwriters del periodo, e i suoi album che uscirono durante la golden age della canzone d'autore (il primo, omonimo, datato 1970 e prodotto da Robbie Robertson) soffrirono, e non poco, di questo allontanamento forzato, anche se perfettamente consapevole.

La sua denominazione di artista ha origini controllate, come dimostrano le numerosissime cover che si sono susseguite in quasi quarant'anni di carriera (Joan Baez, Elvis Costello, Jimmy Buffett tra gli altri), a detonare un talento unico nel disegnare in musica piccoli chiaroscuri di provincia, tra amori contrastati e perduti, ironia e triste realtà, speranze e dintorni. La nuova fatica, Love Filling Station (nella copertina, peraltro molto bella, si racchiude il significato dell'intera raccolta), giunge a dieci anni di distanza da Gentleman Of Leisure, che a sua volta colmava uno iato temporale abbastanza consistente. Dal 2002 Jesse Winchester vive di nuovo negli States, versante Virginia, dove ha trovato serenità ed equilibrio, qualità che si riflettono nelle varie tracce di un album godibilissimo che alterna nove brani originali e tre cover, tra le quali spicca una pietra miliare della musica di ogni tempo, Stand By Me di Ben E. King, peraltro magistralmente interpretata.

La forza di questa sequenza risiede in primo luogo nella voce, calda, suadente, espressiva, ombreggiata da tramonti southern e riflessi orbisoniani, come possiamo chiaramente intuire dal brano di apertura, O What A Thrill, caratteristico stile vintage e grandi aperture melodiche. Ecco, il viaggio compiuto dall'artista vuole rappresentare principalmente un tributo al tempo che fu, una contaminazione country, folk, rock e gospel rispolverata in tonalità gentili e delicate, grazie anche all'ausilio di musicisti di spessore (tra i quali Jerry Douglas) e una produzione all'altezza (lo stesso Winchester insieme a Bil VornDick). Ci si muove tra l'old-time country di Bless Your Foolish Heart, It's A Shame About Him, Eulalie, gli echi anni cinquanta di I Turn To My Guitar, Lonely For A While e Sham-A-Ling-Dong-Ding, una ballatona strappalacrime cantata con classe e mestiere, il rock maculato di gospel di Wear Me Out, il soul di I'm Gonna Miss You Girl e il bluegrass di Far Side Bank Of Jordan. Chiude Loose Talk, un uptempo country eseguito con Claire Lynch. Senza fronzoli, direttamente al cuore.
(David Nieri)

www.jessewinchester.com
www.appleseedmusic.com


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