Pur essendo stata devastata nella fisionomia dalla crudeltà della natura e
dall'inefficienza dei politicanti lo spirito musicale di New Orleans continua
a sopravvivere e a fare proseliti. E' il caso di questo nuovo progetto, che vede
nelle atmosfere musicali della "Big Easy" la propria ragione d'essere. I 7
Walkers nascono dall'incontro tra il cantante e chitarrista Malcom Welbourne
aka "Papa Mali", il batterista dei Grateful Dead Bill Kreutzmann
e il bassista dei Meters George Porter Jr, ai quali si aggiunge il multistrumentista
Matt Hubbard. Ciò che ne scaturisce è una creatura atipica, un "alligatore
musicale" con le zampe ben piantate nelle acque melmose del bayou ma con la testa
libera di muoversi ad inghiottire stili musicali tra i più disparati. E' però
l'immaginario tipico della Louisiana quello che trova più spazio all'interno delle
canzoni tra riti voodoo, paludi fangose e tutti quei personaggi che da sempre
animano le leggende del luogo. Louisiana che il leader della band Papa Mali porta
nel cuore e che riesce a trasmettere attraverso la propria voce roca ed espressiva,
e con un chitarrismo variegato; il tutto coadiuvato da una pulsante sezione ritmica
composta dal duo Kreutzmann-Porter in grado di unire funk, blues e zydeco in un
amalgama percussivo travolgente.
Sintomatico è il brano di apertura Sue
from Bogalusa, trascinante rock'n'roll venato di zydeco, con l'armonica
di Hubbard sugli scudi. Con gli ottoni di New Orleans
Crawl ci troviamo invece catapultati nei festeggiamenti del Mardi Gras,
in un brano che sembra arrivare direttamente dal repertorio delle marchin' bands.
Intensa ballata pianistica di stampo bluesy è invece King
Cotton Blues, con la partecipazione di Willie Nelson alla voce e alla
chitarra a impreziosire il tutto. Di grande spessore è anche la collaborazione
con Robert Hunter, in passato paroliere al servizio dei Grateful Dead, che si
occupa della stesura dei testi dell'album. Chingo,
in salsa cajun, sembra arrivare dal repertorio del primo Dr John, quello più pazzo
e visionario del periodo di Gris Gris. Ad un andamento percussivo che strizza
l'occhio ai Caraibi vengono associate improvvisazioni strumentali dal forte sapore
modernista sulle quali la voce cantilenante di Papa Mali trova il terreno giusto
per esprimersi al meglio. Di tutt'altro stampo è invece Louisiana
rain, vero rito voodoo trasferito in musica; un racconto da incubo
inframmezzato da percussioni e rumori di serpenti che ben ci mostrano l'atmosfera
che si respira nel bayou. Ennesima splendida e tersa ballata è invece Evangeline,
dove alla voce di Mali si alterna quella di Jane Bond, il tutto impreziosito da
un eccelso quanto misurato lavoro percussivo e sui piatti da parte di Kreutzmann
e del percussionista John Bush.
I nostri poi decidono di rileggere un
classico della musica afroamericana a firma di Elias Bates McDaniel, meglio conosciuto
come Bo Diddley. I Walkers si destreggiano da par loro in Hey Bo Diddley, ribattezzata
Hey Bo Diddle; riuscendo a unire il ritmo
jungle dell'originale con uno di matrice tipicamente neworleansiana. Degni di
nota sono anche gli strumentali (For the love of) Mr
Okra e Airline highway, dove tra
stridori elettrici, liquidi hammond e ritmi incalzanti i nostri esplorano il loro
lato più selvaggio e anticonformista. Tipicamente folk è invece l'intensa Someday
you'll see, in cui la voce di Papa Mali può nuovamente mostrarsi in
tutta la sua liricità. Chiude il disco la title track, che ci dimostra una volta
di più l'eclettismo musicale dell'ensemble. Una band atipica quella dei 7 Walkers
in grado di unire tradizione e modernismo con grande capacità e perizia tecnica
per un risultato finale davvero di pregio. Un "gumbo musicale" il loro, gustoso
e speziato al punto giusto, adatto davvero a tutti i palati. (Marco Poggio)