inserito 24/10/2011

John Doe
Keeper
[
Yep Roc/ Audioglobe 
2011]



Sempre costretto a recitare il ruolo del sopravvissuto alla grande avventura degli X, John Doe sembra quasi non avere il diritto di costruirsi una seconda carriera, quella che di fatto ha già eretto in vent'anni di tentativi più o meno riusciti, ma che proprio in tempi recenti pare avere trovato la giusta dimensione in casa Yep Roc. Keeper segue a ruota l'incoraggiante A Year in the Wilderness, formando un corpo unico dove la maturità dell'autore, la vena più riflessiva, si intreccia al sacro fuoco del rock'n'roll che cova sotto le ceneri. Certo, oggi è inutile chiedere a John Doe di bruciarsi sotto un "grande sole nero", quello della Los Angeles decadente raccontata dagli X, meglio forse accostarlo ad amici come Dave Alvin o Peter Case, con cui condivide un sorta di percorso artistico verso il buonsenso dell'età adulta. In tale direzione Keeper è un altro inattaccabile capitolo, non solo per una serie di collaborazioni stimolanti, ma anche per una scelta oculata nell'intensità, nelle vibrazioni dei singoli episodi, alternando ballate romantiche, pezzi di tradizione e improvvise smanie rock. John Doe ci parla di una ritrovata confidenza e di un materiale in buona parte positivo, che tratta con più familiarità temi amorosi e abbandona i luoghi oscuri della sua vita.

L'esito per fortuna non è una colata di zucchero e smancerie, ma soltanto un piacevole disco di rock'n'roll e Americana d'autore, in cui la serenità di una luminosa Don't Forget How Much I Love You si intreccia al baccanale r&b di Never Enough, spinta dai fiati dell'amico Steve Berlin (Los Lobos), o dove i tenui colori di Little Tiger si accompagnano naturalmente all'aroma country di Sweetheart. Nulla di rivoluzionario per la biografia musicale di John Doe, sia chiaro, soltanto un momento particolarmente ispirato in cui tutto o quasi si allinea secondo il suo volere. Merito anche dei musicisti, perché avere in sessione Smokey Hormel e Don Was non è da tutti e per tutti, anche se un autentico mattatore si rivela il pianista Jamie Muhoberac, che sparge note boogie di soppiatto in Waliking Out the Door e Handsome Devil. Sono le tracce più dissacranti ed energiche di Keeper, li dove John Doe non pare scordarsi delle sue origini, rileggendole sotto la lente di un'età diversa.

Forse per questo decide di riprendere nel finale un vecchio brano, Painting the Town Blue: la voce femminile di Cindy Wasserman non sostituisce la magia della vecchia coppia con Exene Cervenka, ma non cancella neppure l'anima boogie blues del brano, quasi un omaggio all'epopea Sun fra un giovane Johnny Cash e un ribelle Elvis Presley. Non è l'unica occasione nella quale Doe si serve di un sostegno vocale: quasi a non volersi del tutto congedare dalle vecchie abitudini degli X, oggi lo ritroviamo circondato da Patty Griffin in Lucky Penny, altra pregevolezza in forma di ballata, e Giant Step Backward, canzone che oscilla fra colori psichedelici ed esplosioni pop rock, quindi da Jill Sobule e dalla citata Wasserman, già alla guida dell'interessante combo Dead Rock West, la più presente ed efficace, non fosse altro per una appassionata Cottage in the 'Dale da manuale. Ben ritrovato.
(Fabio Cerbone)

www.theejohndoe.com


   


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