Statesboro
Revue Different
Kind of Light
[Blue Rose 2011]
Altro nome che si aggiunge
alle notti sudiste di questi ultimi tempi, Statesboro Revue è la creatura
musicale nata intorno alla figura di Stewart Mann, voce e autore principale
che ha deciso di condividere - dopo un esordio a metà - tutto quanto con il resto
della band. Different Kind of Light, già pubblicato per il mercato
americano lo scorso anno, viene oggi distributito dalla solita Blue Rose, che
ci porta a conoscenza di un ricco ensemble di musicisti texani (l'album è inciso
ad Austin e Mann si muove sulla scena locale) che sono accorsi in aiuto del protagonista,
compreso il quotato produttore David Z (da Prince ai Gov't Mule nel suo palmares).
Di ritorno da un viaggio in California nel 2007 Mann si inventa il progetto, ispirandosi
chiaramente all'immortale brano blues di Blind Willie McTell, reso celebre dal
gruppo dei fratelli Allman, a dire dello stesso Stewart Mann fondamentale fonte
di ispirazione per la sua musica.
Non ne dubitiamo sentiti i risultati
in Different kind of Light, un lavoro intriso fino al midollo di ballate e aromi
southern rock e con la nota non indifferente dalla voce del leader, molto soul
nella sua caratterizzazione (ricorda vagamente JJ Grey & Mofro). Messi tuttavia
a confronto con altre contemporanee realtà (si pensi anche ai Ponderosa, da poco
recensiti su queste pagine) gli Statesboro Revue si presentano meno eclettici
e più solidamente agganciati al treno del "rock confederato", rischiando forse
di non riuscire a variare troppo la ricetta. Le chitarre di Todd Laningham e Will
Knack graffiano ma non fanno veramente male, e questo potrebbe conquistare gli
appassionati del lato meno aggressivo del genere: il riff ostentato di Little
Girl Like You, la classica ballata rock Alone
in chiusura o la più funkeggiante Find a way,
dove esce prepotentemente allo scoperto il coro femminile in odore gospel, sono
in netta minoranza rispetto al numero di brani dall'impronta elettro-acustica,
dove le chitarre slide si intrecciano con il piano e l'organo di Michael Ramos,
definendo i tratti essenziali del suono degli Statesboro Revue.
Indicativo
in questo senso un brano quale The Painter,
che alterna una pigra cadenza acustica tipicamente sudista con l'esplosione dei
riff delle chitarre, mentre risultano assai più tradizionali, dominate da un suono
di radice country blues, The Other Side, Over
You e Comes Back to You. E' senza
dubbio il campo d'azione in cui la voce di Mann, come anticipato intrisa di passione
soul, riesce ad esprimere al meglio le sue inflessioni: una ballata come Lady
è il concentrato di questo stile, nel gioco fra chitarre e piano boogie, o ancora
la successiva Fall, sempre arricchita dall'ottimo
uso delle backing vocals femminili (Sheree Smith, Sonya Moore). Potrebbe apparire
come un limite, e alcune canzoni tendono ad assomigliari troppo, ma alla fine
genera una certa uniformità che è anche la carta vincente del disco. Certamente
hanno intorno a sé concorrenti molto agguerriti... (Fabio Cerbone)