Kelly Joe Phelps
Beggar's Oil Ep
Rykodisc
2002


1/2


Sky Like a
Broken Clock (2001) ha rappresentato uno spartiacque decisivo nella carriera di Kelly Joe Phelps, cambiando sensibilmente il suo approccio asciutto e spartano alla materia folk-blues: fino ad allora sublime interprete di un primordiale blues acustico (solo la sua voce ed una chitarra celestiale) intriso degli spiriti del Delta, con il nuovo corso Kelly accentuava alcune caratteristiche prima represse nel suo sound, diventando in definitiva songwriter a tutto tondo, con l'apporto fondamentale di una band alle spalle. Esplodeva il suo amore per le strutture armoniche del jazz, per gli aspetti più cantautorali della sua musica, in un disco forse parzialmente irrisolto, ma coraggioso. Questo ep molto sostanzioso (sei canzoni per trenta minuti abbondanti di musica) rappresenta un'appendice affascinante ed un'ipoteca sul suo futuro, segno che la nuova strada imboccata darà presto grandi frutti. Uno solo il brano già edito, la versione iniziale di Beggar's Oil dal precedente lavoro di studio (poi ripresa in una veste più eccentrica e altrettanto efficace), ed altre mirabili chicche scovate nei cassetti delle sessioni di Sky Like a Broken Clock: a giudicare dal materiale scartato, l'ispirazione non manca di certo a Phelps. Come altrimenti si potrebbe spiegare l'esclusione dei sette spaziali minuti di Frankenstein Party of Three: Your Table Is (un titolo da oscar), un contorto, oscuro blues da lupo mannaro che è semplicemente un capolavoro di equilibri tra voce e chitarra. Tommy ritorna sui passi del soffice folksinger, mentre Don Quixote's Windmill è un tour de force chitarristico entusiasmante, con un fingerpicking magistrale ed un elegante tappeto dell'organo di Tom West. Nota a parte per l'esecuzione live di Lass of Loch Royale: da lacrime agli occhi, con un tocco alla slide che piacerebbe tanto a Ry Cooder.
(Tommason Piccoli)

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