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Shortcuts #3: Slowman; Charlie Overbey; Leaf Rapids; Jim Patton & Sherry Brokus
  a cura della redazione di RH


 

|| Slowman ||
The Invisible Son
[Slow Records 2025]

Sulla rete: sloman.se

File Under: rock blues

La copertina, non felicissima per gusto grafico, e la chitarra acustica ritratta facevano pensare a toni più riflessivi, in quel cielo screziato di nuvole. L’attacco con la title track ha tolto ogni dubbio: classico tiro rock’n’roll di marca Rolling Stones per un trio svedese che mette le ruote in strada e viaggia sulle larghe highhway del rock blues, con qualche deviazione di percorso fra ballate dai colori americana e soul. Nati nel 2008, cinque album alle spalle e una buona attività live, Slowman girano attorno a voce, chitarra e canzoni di Svante 'Slowman' Törngren, affiancato da Owe Eriksson al basso e Thomas 'Tompa' Björklund alla batteria, trio poi raggiunto da qualche ospite esterno, tra cui si distingue Thomas Wihlborg all’organo, piano e accordion. Solida impostazione classic rock figlia degli anni Settanta, con l’arcigna Restless che cita il riff di Day Tripper dei Beatles e Big Fat City Blues che sconfina in torridi ambienti texani alla ZZ Top, mentre Crying in the Rain allenta la morsa con un blues dai languori soul. Voce non eccezionale, ma intesa strumentale che fila liscia come l'olio, Slowman domina più materie e conosce i trucchi del mestiere: dimostra insomma di giostrare i linguaggi, anche della tradizione, superando il blues rock di partenza con le sfumature rootsy nel finale di Harvest Home e Walking Down Our Street.


 
              


|| Charlie Overbey||
In Good Company
[Lone Hawk Records 2024]

Sulla rete: charlieoverbey.com

File Under: street rock

 

Musicista punk con un debole per la country music, Charlie Overbey è un veterano della scena di Los Angeles, in giro da almeno venticinque anni, le cui passioni, non tutte necessariamente salutiste, compreso un giro nelle prigioni americane, lo hanno un po’ allontanato dal possibile successo. Nel frattempo si è rifatto con gli interessi nel campo della moda, inventando un’apprezzata linea di cappelli, dando probabilmente la possibilità allo stesso Overbey di investire molte risorse nel nuovo album solista, In Good Company. A leggere l’elenco dei partecipanti in studio di registrazione, c’è da fare invidia ai colleghi più blasonati: tra gli altri, le chitarre di Marcus King e Duane Betts, e ancora Nils Lofgren e Charlie Starr dei Blackberry Smoke. Il bisonte piazzato in copertina gioca sull’idea di “ultimo dei rocker in circolazione”, anche se il contenuto di In Good Company oscilla fra il già troppo sentito (il riff rimasticato di Punk Rock Spy non è forse la scelta migliore per aprire le danze) e un onesto roots rock con il battito della strada nel cuore, che conosce i suoi momenti migliori nella semplicità di sentimenti espressi in Stuck in This Town, Life of Rock’n’Roll, The Innocence e If We Ever Get Out, materiale che arriva dalla California di Overbey ma punta verso il Jersey Shore di Springsteen. Il tutto rende il gesto di Charlie Overbey di un’innata simpatia, ma anche irrimediabilmente prevedibile.


 

              



 

|| Leaf Rapids||
Velvet Paintings
[Leaf Rapids 2024]

Sulla rete: leafrapids.org

File Under: folk rock; americana

Quartetto canadese guidato dalla voce e dalle canzoni di Keri Latimer, i Leaf Rapids approdano al terzo album con questo Velvet Paintings, nove brani che si muovono elegantemente tra ballate folk rock e gentili profumi di Americana con accenti country. Il raggio d’azione musicale ricorda molte stimate cantautrici e colleghe della Latimer, tra cui Mary Chapin Carpenter o la Nanci Griffith di certe produzioni di fine carriera. La sensibilità è quella tipica di una canzone folk contemporanea, morbida nelle sonorità e dal gusto poetico nel descrivere sentimenti e situazioni del mondo che circorda l’autrice. Per tradurre tutto ciò in una manciata di canzoni meritevoli di attenzioni, Keri Latimer si fa accompagnare dal fratello Devin al basso, da Joanna Miller alla batteria e da Chris Dunn alle chitarre, con interventi John Paul Peters al violino, quest’ultimo anche co-produttore di un album curato nella forma, anche se un po’ troppo “corretto” e levigato. È il pregio e il difetto di molte di queste produzioni che restano sospese a metà strada fra un suono mainstream e uno più vicino alla tradizione d’autore. Il sound accogliente non mancherà comunque di accontetare gli estimatori del genere, come annuncia la stessa Velvet Painting, dolce ballad di classica impronta folk rock, toccata dallo stile cordiale della band.


 
              


|| Jim Patton & Sherry Brokus ||
Harbortowne
[Jim Patton & Sherry Brokus 2024]

Sulla rete: jimpattonsherrybrokus.bandcamp.com

File Under: texan country-folk

 

Si respira un’aria antica e familiare in questo Harbortowne, quella tipica di certa canzone country folk d’autore che può arrivare soltanto dal Texas. Protagonista è la coppia, marito e moglie, formata da Jim Patton e Sherry Brokus, da diversi anni attivi sulla scena di Austin e molto apprezzati dalla comunità di musicisti locali. Non a caso troviamo coinvolti nelle sessioni una serie di nomi quali Rich Brotherton (Robert Earl Keen, Eliza Gilkyson e mille altri) alle chitarre e mandolino e Warren Hood (Joe Ely, James McMurtry, ancora la Gilkyson) al violino. Patton, songwriter originario della East Coast, ha suonato parecchio nei club di New York prima di prendere la via del Texas, e The Juggler è un testo che risale a quella lontana stagione, metà anni Ottanta, mentre Never Going Back torna addirittura al 1969, una canzone scritta insieme a un vecchio amico di scuola e completata soltanto di recente. Per altri brani Patton si serve della collaborazione del collega Jeff Talmadge, mentre la moglie Sherry, ad eccezione della pianistica ballata conclusiva, Start Again, si occupa soprattutto dei cori (insieme all’ospite BettySoo). La voce di Jim non è di quelle che definiremmo un miracolo di sfumature, ma si avventura in questa serie di ballate acustiche dal sapore country-roots che denotano attenzione per i piccoli particolari della vita e i sentimenti quotidiani.


 

info@rootshighway.it