Woven Hand - Blush Music Glitterhouse 2003

Blush Music, musica che scolora nel rosso del tramonto, musica che splende di una luce tetra, che ricalca le stesse sensazioni generate dal canto tormentato e luciferino di David Eugene Edwards, unico vero artefice di questo progetto, sorto parallelamente alle gesta delle sua principale attività, i Sixteen Horsepower. Ad un solo anno di distanza dal debutto, Woven Hand ritorna con un nuovo affascinante capitolo di folk-rock inquietante, dove le radici pių rurali del personaggio (quel misto di cultura folk e country sudista in cui è cresciuto Edwards) vengono corrose da una attitudine sperimentale, frutto di rock alternativo (White Bird) ed avanguardia (la tradizione country e bluegrass viene fatta letteralmente a pezzi, per esempio, in Cripplegate). Lunghe suite, rumori sinistri sullo sfondo e stridenti melodie accompagnano canzoni lugubri, concepite certamente dalla mente di un autore che ama sconfinare nei lati oscuri dell'animo umano e che sembra averci preso gusto. La presenza di alcuni intermezzi strumentali serve a tenere le fila di un discorso affascinante, ma costantemente sull'orlo del precipizio. Concepito come colonna sonora di uno spettacolo teatrale ad opera del coreografo belga Wim Vandekeybus (che in passato si era servito di altri illustri musicisti, tra i quali David Byrne), Blush Music non possiede una struttura solida, risultando infine meno convincente ed unitario del precedente episodio. Numerosi i brani ripresi dal primo lavoro, qui riproposti in versione espansa: sintomatica la cover del classico soul Ain't No Sunshine, trasformata in una interminabile cavalcata per l'inferno, cosė come le gemelle Your Russia (without hands) e My Russia (standing on hands), avvolte nei toni depressi che caratterizzano tutto il disco, idealmente chiuso dalla magia della pianistica Story and Pictures. Blush Music funziona come campo di sperimentazione per il songwriting contorto di Edwards, ma si rivolge pricipalmente a chi ne ha già apprezzato le gesta in passato
(Fabio Cerbone)

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