E'
la progressione di Kelly Joe Phelps che lascia sorpresi: dall'album
d'esordio Lead Me On (misconosciuto ai più) ai due passaggi acustici che
inaugurarono il felice legame con la Rykodisc (Roll Away The Stone e Shine
Eyed Mistery Zen) fino alla svolta più o meno elettrica di Sky Like A
Broken Clock e Beggars
Oil, questo giovane e talentuoso songwriter, nonché eccelso
chitarrista sta bruciando le tappe. Slingshot Professionals
si aggiunge al piccolo e luminoso elenco e in qualche modo completa il
percorso intrapreso con Sky Like A Broken Clock. Anche qui alla (bellissima)
struttura originaria delle canzoni di Kelly Joe Phelps vengono aggiunti
strumenti e ospiti davvero speciali (Bill Frisell su tutti), però
c'è un nuovo equilibrio tra gli strumenti acustici e quelli elettrici,
tra la voce e gli arrangiamenti. Uno stato di grazia che permette a Kelly
Joe Phelps di convogliare blues (Slingshot Professionals, Knock
Louder) e ballate (Not So Far To Go, Waiting for Marty)
nella stessa direzione, consegnandoci un disco maturo, profondo, pieno
di storie e di idee. Un album che conferma tutto il talento di Kelly Joe
Phelps e che lascia aperte tutte le porte per il futuro, con un solo piccolo
punto da chiarire. Perché se si fa suonare la chitarra di Bill Frisell
(tra l'altro splendida, as usual) in una canzone di Kelly Joe Phelps,
finisce che diventa un brano di Bill Frisell con la voce di Kelly Joe
Phelps. Un gioco di ruolo che può capitare solo ai grandi, e dopo Slingshot
Professionals non c'è da dubitare che Kelly Joe Phelps possa ambire al
titolo...
(Marco Denti)
www.kellyjoephelps.com
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