Chris Mills - The Silver Line Loose/Vinyl Junkie 2003 1/2

Il percorso artistico di Chris Mills non ha mai seguito linee rette, tanto è vero che la sua presenza nel calderone dell'alternative-country è sempre apparsa un po' fuori luogo, certamente forzata. Le sembianze del personaggio si stingono in una gamma di colori molto ampia: lo avevamo fatto notare già con il precendete Kiss It Goodbye, mettendolo in competizione con calibri da novanta come Jeff Tweedy o Ryan Adams. Pur non avendo lo stesso potenziale (troppo "minore" e d'élite la sua proposta), torniamo a ribadire il suo talento in occasione del nuovo The Silver Line, che tanto nuovo non è, vista la sua uscita americana (per la minuscola Powerless Pop) risalente all'autunno scorso. Tuttavia, con la recente pubblicazione europea dell'inglese Loose, possiamo finalmente godere delle mutevoli sensazioni di un songwriting che si muove su terreni di notevole personalità. Il suo delizioso impasto tra armonie pop di matrice sixties, inflessioni soul e spruzzate di elettricità si infila di prepotenza tra le proposte più convincenti del sottobosco provinciale americano. Rispetto al recente passato il salto verso un suono meno rootsy è evidente fin dalla partenza con la title-track: la produzione fidata di Brain Deck offre un sound "datato" e corposo, ricco di reverberi, memore sicuramente del maestro Phil Spector. Chitarre, piano, intere sezioni di fiati ed archi si amalgamano in un brano che sembra sbucare dalla metà degli anni sessanta. In Suicide Note si aggiunge un banjo, ma la sostanza non cambia: semplicemente un gioiello l'arrangiamento con i fiati alle spalle e la seconda voce femminile (Kelly Hogan). L'anima da folksinger malinconico riaffiora prepotentemente in I Could Not Stand to See You e Lullaby, la più traditional del lotto, nonostante il cuore vero di Silver Line batta nel power-pop di Sleeptalking e Floorboards, elettriche quanto basta, e in quelle ballate dolciastre e tinte di archi (Everything's Gonna Be Cool e Dry Eye) che sono diventate la specialità di casa Mills. Niente male per un ragazzo di Chicago che doveva essere l'ennesimo rocker di provincia e si è trasformato in un elegante cesellatore di pop songs.
(Fabio Cerbone)

www.chris-mills.com