Chris Whitley - Hotel Vast Horizon Fargo 2003

Uno stralunato bluesman bianco sbucava dal nulla e sotto le grazie di Daniel Lanois ci propinava il "blues del nuovo millennio". Living With The Law fu uno dei debutti più folgoranti dei primi anni novanta, ma purtroppo restò anche un episodio isolato. Il peso di questa sconfitta Chris Whitley se lo porta dietro da sempre e tutti, compreso il sottoscritto, non mancano di ricordarlo: un po' ingrati, diciamo la verità, anche perchè non tutto quello che è venuto dopo è stato così deludente, anzi. Quando il nostro è tornato alle sue origini più rurali abbiamo apprezzano i risultati: mi viene da citare il sottovalutato Dirt Floor, un breve schizzo di poesia acustica o le atmosfere notturne e sperimentali di Perfect Day. Hotel Vast Horizon è figlio di questo percorso artistico piuttosto che delle sperimentazioni di Terra Incognita o del recente Rocket House. Texano d'origine, ma autentico vagabondo e cittadino del mondo, Chris Whitley è tornato nella vecchia amata Europa (quella che gli diede le prime soddisfazioni ad inizio carriera in Belgio) grazie all'interessamento della francese Fargo. Registrato a Dresda in soli sei giorni da Edgar M.Rothig, con il solo ausilio di Heiko Schramm al basso e Matthias Macht alla batteria, è un disco di un rigore assoluto, così concentrato sull'essenza delle canzoni che rischia purtroppo di diventare un po' indigesto. Tutto si regge sulla voce e le chitarre (raramente il banjo) di Chris, con un ruolo centrale delle percussioni di Macht, non c'è molto altro. Un blues come sempre ipnotico che ha poco a che fare con i canoni tradizionali del genere: soffuso, jazzato, si basa più sui silenzi e sulle pause. Ecco perchè se il nostro azzecca la melodia giusta (New Lost World, Hotel Vast Horizon) o quel groove che spesso guida i suoi brani più oscuri (Insurrection at Newton) le cose funzionano a meraviglia, ma se insiste troppo sull'atmosfera più che sul contenuto (Assasin Song, Silhouette) il rischio è di non capire canzoni talmente contorte e scheletriche che sembrano girare solo nella sua testa.
(Tommaso Piccoli)

www.chriswhitley.com