Non
ci siamo mai occupati, a torto direi, di Patty Griffin ed è
giusto recuperare il tempo perduto proprio in occasione del suo ultimo
lavoro in studio, Impossble Dream, una delle migliori prove
sentite quest'anno nel campo delle voci femminili, conferma ulteriore
dell'ottimo stato di salute delle autrici del settore Americana. Definire
la musica della Griffin non è tuttavia semplice: credo sia riduttivo
inserirla nel novero della musica roots, questo nonostante le collaborazioni
con Emmylou Haris e Buddy & Julie Miller, presenti durante
le registrazioni dell'album. Le radici della Griffin sono da ricercare
nel circuito folk della East-Coast, dove ha seriamente avviato la sua
carriera solo nei primi anni novanta, dopo essere stata per molti anni
una semplice cameriera che si dilettava a cantare nei fine settimana.
Qualcuno finalmente si è accorto della forza e della limpidezza
del suo canto, risaltato qui dalla produzione di Craig Ross, che lo adatta
ad un suono molto scarno e d'atmosfera, seguendo la regola che meno contorno
c'è e più si evidenzia la bellezza delle melodie. Questa
songwriter di Boston ha inciso con parsimonia nei suoi dieci anni di carriera,
affinando il gusto disco dopo disco, dalle prime immature prove con la
A&M fino ad arrivare al nuovo contratto con la ATO di Dave Matthews,
che la ha permesso di incassare una nomination ai Grammy con il precedente
1.000 Kisses. Impossible Dream fa tesoro degli arrangiamenti proposti
in quel lavoro e insiste nel proporre la stessa formula. Mi pare che abbia
fatto centro anche questa volta, perchè si tratta di un disco di
una incredibile eleganza, che parte dallla ballata folk (Cold As It
Gets, Icicles) e da strutture country (Useless Desire,
con il violino di Lisa Germano come ospite) per lasciarsi guidare
verso atmosfere più sofisticate, tra pop e canzone d'autore. Potremmo
scomodare paragoni con alcune produzioni di Natalie Merchant o della stessa
Emmylou Harris, sicuramente un punto di riferimento imprescindibile per
la Griffin. Ma c'è molto di più in queste canzoni, uno stile
riconoscibile e unico: prendete come esempio le coinvolgenti atmosfere
gospel di Love Throws a Line e Standing, favoloso southern-soul
con la partecipazione di Doug Lancio (già con Matthew Ryan)
alle chitarre. E ancora Don't Come Easy, con un pregevole arrangiamento
della tromba di Michael Ramos, o la lunga ballata pianistica Mother
of God. Un nome nuovo della cantautorato al femminile da seguire con
attenzione alle prossime uscite
(Davide Albini)
www.pattygriffin.com
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