Patty Griffin - Impossible Dream ATO 2004
 

Non ci siamo mai occupati, a torto direi, di Patty Griffin ed è giusto recuperare il tempo perduto proprio in occasione del suo ultimo lavoro in studio, Impossble Dream, una delle migliori prove sentite quest'anno nel campo delle voci femminili, conferma ulteriore dell'ottimo stato di salute delle autrici del settore Americana. Definire la musica della Griffin non è tuttavia semplice: credo sia riduttivo inserirla nel novero della musica roots, questo nonostante le collaborazioni con Emmylou Haris e Buddy & Julie Miller, presenti durante le registrazioni dell'album. Le radici della Griffin sono da ricercare nel circuito folk della East-Coast, dove ha seriamente avviato la sua carriera solo nei primi anni novanta, dopo essere stata per molti anni una semplice cameriera che si dilettava a cantare nei fine settimana. Qualcuno finalmente si è accorto della forza e della limpidezza del suo canto, risaltato qui dalla produzione di Craig Ross, che lo adatta ad un suono molto scarno e d'atmosfera, seguendo la regola che meno contorno c'è e più si evidenzia la bellezza delle melodie. Questa songwriter di Boston ha inciso con parsimonia nei suoi dieci anni di carriera, affinando il gusto disco dopo disco, dalle prime immature prove con la A&M fino ad arrivare al nuovo contratto con la ATO di Dave Matthews, che la ha permesso di incassare una nomination ai Grammy con il precedente 1.000 Kisses. Impossible Dream fa tesoro degli arrangiamenti proposti in quel lavoro e insiste nel proporre la stessa formula. Mi pare che abbia fatto centro anche questa volta, perchè si tratta di un disco di una incredibile eleganza, che parte dallla ballata folk (Cold As It Gets, Icicles) e da strutture country (Useless Desire, con il violino di Lisa Germano come ospite) per lasciarsi guidare verso atmosfere più sofisticate, tra pop e canzone d'autore. Potremmo scomodare paragoni con alcune produzioni di Natalie Merchant o della stessa Emmylou Harris, sicuramente un punto di riferimento imprescindibile per la Griffin. Ma c'è molto di più in queste canzoni, uno stile riconoscibile e unico: prendete come esempio le coinvolgenti atmosfere gospel di Love Throws a Line e Standing, favoloso southern-soul con la partecipazione di Doug Lancio (già con Matthew Ryan) alle chitarre. E ancora Don't Come Easy, con un pregevole arrangiamento della tromba di Michael Ramos, o la lunga ballata pianistica Mother of God. Un nome nuovo della cantautorato al femminile da seguire con attenzione alle prossime uscite
(Davide Albini)

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