A tre anni di distanza dal loro ultimo lavoro, quel gioiello di Open,
torna la band dei fratelli Timmins. One Soul Now,
come il precedente, viene distribuito sul mercato europeo dalla Cooking
Vinyl e ciò significa che la band, dopo le varie traversie del
passato con discografici più o meno competenti, la scelta di fondare
la proria etichetta (Latent records) e di affidare i loro lavori a canali
di distribuzione senza vincoli contrattutuali, è rimasta soddisfatta
del lavoro svolto. A livello musicale One Soul Now prosegue sulla strada
intrapresa da Open e che, a livello embrionale, si intravedeva già
in Miles From Our Home. Quindi un suono più elettrico, rock, a
volte persino psichedelico, ma a differenza del recente passato,
oltre a certe sonorità scure, quasi live, vi sono dei brani molto
più solari, come se dopo il temporale si cominciassero a intravedere
i primi squarci di azzurro nel cielo. Ad accompagnare la band ci sono
il solito Jeff Bird, che si può considerare ormai a pieno
titolo il quinto membro, e Richard Bell alle tastiere. Venendo
ai brani, One Soul Now, dopo una partenza che non lascia
intendere quale sarà la piega, si apre con la splendida voce di
Margot ed un ritornello molto accattivante. Why This One
inizia con basso e batteria in primo piano, cui si aggiungono poco dopo
le tastiere, la voce e successivamente la chitarra distorta di Michael,
molto sporca. My Wild Child è una delle canzoni più
solari dell'album, inizio con acustica e voce per condurci poi dove vuole,
basta farsi prendere per mano e alzare il volume. From Hunting Ground
To City mette subito in risalto l'elettrica di Michael, a tratti psichedelica,
caratteristica predominante del brano, sicuramente uno dei più
cupi ed intensi della loro discografia. Stars Of Our Stars è
forse l'anello debole della catena, ma possiamo tranquillamente chiudere
un occhio, mentre la malinconica Notes Falling Slow riporta la
band sulla rotta di Open, con la voce di Margot forte e sofferta e la
solista di Michael mai oltre le righe, un brano che sicuramente girerà
a mille dal vivo. No Long Journey Home è ancora molto ritmata,
di ispirazione seventies, mentre l'incedere di He Will Call You Baby
fa tanto Neil Young periodo Zuma. Simon Keeper è la classica
ballata della band, un brano che riporta al periodo di Lay It Down con
la fisa a ricamare il tutto. The Slide è un'altra ballata
dolcissima che va a chiudere l'album, il quale di certo non deluderà
i vecchi fans del gruppo canadese. I Cowboy Junkies meritano tutta
la nostra stima solo per il fatto di continuare a fare la musica che preferiscono,
senza seguire mode, senza mai svendersi e restando quelle persone semplici
che abbiamo avuto il piacere di conoscere nel tempo. Nelle prime copie
è incluso anche un bonus cd (Neat Your Covers pt.1)
di venticinque minuti circa, con le cover di Thunder Road (Bruce
Springsteen), Seventies Second (The Cure), Lung (Townes
Van Zandt), Darkness Darkness (Jesse Colin Young) e Helpless
(Neil Young), tutte e cinque eseguite in maniera splendida, in puro stile
Cowboy Junkies. Non perdetelo quindi, considerato che se One Soul Now
merita tre stelle e mezza, il solo mini ne vale almeno una in più
(Ruggero Marinello)
www.cowboyjunkies.com
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