Cowboy Junkies - One Soul Now Cooking Vinyl 2004 1/2
 

A tre anni di distanza dal loro ultimo lavoro, quel gioiello di Open, torna la band dei fratelli Timmins. One Soul Now, come il precedente, viene distribuito sul mercato europeo dalla Cooking Vinyl e ciò significa che la band, dopo le varie traversie del passato con discografici più o meno competenti, la scelta di fondare la proria etichetta (Latent records) e di affidare i loro lavori a canali di distribuzione senza vincoli contrattutuali, è rimasta soddisfatta del lavoro svolto. A livello musicale One Soul Now prosegue sulla strada intrapresa da Open e che, a livello embrionale, si intravedeva già in Miles From Our Home. Quindi un suono più elettrico, rock, a volte persino psichedelico, ma a differenza del recente passato, oltre a certe sonorità scure, quasi live, vi sono dei brani molto più solari, come se dopo il temporale si cominciassero a intravedere i primi squarci di azzurro nel cielo. Ad accompagnare la band ci sono il solito Jeff Bird, che si può considerare ormai a pieno titolo il quinto membro, e Richard Bell alle tastiere. Venendo ai brani, One Soul Now, dopo una partenza che non lascia intendere quale sarà la piega, si apre con la splendida voce di Margot ed un ritornello molto accattivante. Why This One inizia con basso e batteria in primo piano, cui si aggiungono poco dopo le tastiere, la voce e successivamente la chitarra distorta di Michael, molto sporca. My Wild Child è una delle canzoni più solari dell'album, inizio con acustica e voce per condurci poi dove vuole, basta farsi prendere per mano e alzare il volume. From Hunting Ground To City mette subito in risalto l'elettrica di Michael, a tratti psichedelica, caratteristica predominante del brano, sicuramente uno dei più cupi ed intensi della loro discografia. Stars Of Our Stars è forse l'anello debole della catena, ma possiamo tranquillamente chiudere un occhio, mentre la malinconica Notes Falling Slow riporta la band sulla rotta di Open, con la voce di Margot forte e sofferta e la solista di Michael mai oltre le righe, un brano che sicuramente girerà a mille dal vivo. No Long Journey Home è ancora molto ritmata, di ispirazione seventies, mentre l'incedere di He Will Call You Baby fa tanto Neil Young periodo Zuma. Simon Keeper è la classica ballata della band, un brano che riporta al periodo di Lay It Down con la fisa a ricamare il tutto. The Slide è un'altra ballata dolcissima che va a chiudere l'album, il quale di certo non deluderà i vecchi fans del gruppo canadese. I Cowboy Junkies meritano tutta la nostra stima solo per il fatto di continuare a fare la musica che preferiscono, senza seguire mode, senza mai svendersi e restando quelle persone semplici che abbiamo avuto il piacere di conoscere nel tempo. Nelle prime copie è incluso anche un bonus cd (Neat Your Covers pt.1) di venticinque minuti circa, con le cover di Thunder Road (Bruce Springsteen), Seventies Second (The Cure), Lung (Townes Van Zandt), Darkness Darkness (Jesse Colin Young) e Helpless (Neil Young), tutte e cinque eseguite in maniera splendida, in puro stile Cowboy Junkies. Non perdetelo quindi, considerato che se One Soul Now merita tre stelle e mezza, il solo mini ne vale almeno una in più
(Ruggero Marinello)

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