Tom McRae ha esordito nel 2000 con un disco vincente, ben accolto
nonostante le tinte spente dei suoni e delle parole. Nel 2003, con Just
Like Blood, si è confermato un cantautore sensibile ed introverso:
anche in quell'occasione, infatti, la forma ritmica malinconica e minimalista
si accordava alla perfezione con i testi del cantautore britannico. Anche
il nuovo All Maps Welcome pone un filo di continuità importante:
McRae resta infatti un cantautore introspettivo, capace di osservare se
stesso dalle più svariate angolazioni, anche e soprattutto sentimentali
(My Vampire Heart), nonostante ora realizzi il suo primo album
per una major, la Sony Bmg, maggiormente improntato ad un ampio discorso
musicale, che tocca gli arrangiamenti e rende i testi più consistenti.
In definitiva, All Maps Welcome è un lavoro dai contenuti musicali più
briosi e dalla corposità strumentale più intensa, grazie all'utilizzo
omogeneo di pianoforte, archi (violoncello soprattutto) e chitarre d'accompagnamento.
Le atmosfere, abbozzate con particolari riverberi ed accorgimenti tecnici,
sono accoglienti, calde ed avvolgenti. Le intuizioni ritmiche di Tom sembrano
indirizzarlo ad un pop più spensierato (aggettivo appropriato per The
Girl Who Falls Downstairs, Silent Boulevard e How The West
Was Won), così che All Maps Welcome si adatta anche ad un pubblico
variegato, quello dei vari Keane o Coldplay, sebbene l'eleganza di Tom
non si sposi con i grandi palchi o il Festival Bar. La sua è infatti un'anima
inquieta, a cui piace calcare palchi più intimi (lo Zenith di Parigi o
l'Hammersmith Apollo di Londra, per intenderci), un'anima tanto ispirata
quanto quella di Damien Rice e spero meno istintiva di quella del suicida
Matthew Jay, secondo me il riferimento musicale più prossimo. Tuttavia,
quest'estate lo troveremo anche in qualche festival, fra gli altri il
Neapolis, habitat forse forzato dalla strategia di marketing imposta dalla
Sony. All Maps Welcome non nasconde un lieve senso di speranza, reso ancor
più concreto dai ritmi brillanti adottati, ai quali fanno fa eccezione
soltanto l'accoppiata It Ain't You e Strangest Land, sulla
scia del Tom McRae prima maniera. Ritengo All Maps Welcome il disco più
accessibile della produzione di Tom McRae e non posso far altro che confermare
le buone parole già spese in occasione degli album precedenti: Tom è senza
dubbio uno dei migliori songwriters britannici della sua generazione,
uno dei più maturi e dei più fedeli alla tradizione folk-rock.
(Giovanni Manzoni)
www.tommcrae.com
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