Silver Jews - Tanglewood Numbers Drag City/Wide 2005
inserito 20/10/2005

I Silver Jews sono una vera e propria istituzione del cosiddetto indie-pop americano, pur trattandosi di un'entità astratta, sbocciata una quindicina d'anni fa e sviluppatasi difformemente. Le regole di questo strano gioco, che non li ha mai visti in tour o debitamente pubblicizzati, sono state sempre dettate da David Berman. Nati nel 1990 a New York, i Silver Jews erano originariamente composti da David, Bob Nastanovich e Stephen Malkmus; nel 1994, in seguito al trasferimento di David nel Massachusetts, Nastanovich e Malkmus lasciarono la band per costituire i Pavement e cominciare così una soddisfacente e più luminosa carriera. Da quel momento, David si è trovato costantemente costretto a modificare la line-up dei Silver Jews, in base alle esigenze del momento e ai suoi frequenti spostamenti. I capitoli migliori della storia dei Silver Jews si sono registrati nel 1998, quando David ritrovò Stephen Malkmus (e insieme incisero American Water), e nel 2001, quando lo stile bislacco della band incrociò quello tradizionale di Nashville (da quell'unione nacque il capolavoro Bright Flight). Se è vero che David non si è mai impegnato in un tour, è altrettanto vero che l'impegno da lui profuso in ambito letterario è sempre stato massimo: proprio a cavallo fra il 1998 e il 2001, David pubblicò infatti una raccolta di poesie dal titolo Actual Air. Ora, la strana storia dei Silver Jews si arricchisce di un nuovo ed avvincente capitolo: grazie ad una piccola confraternita di Jews onorari ed effettivi (fra i quali spiccano Stephen Malkmus, Bob Nastanovich, Bobby Bare Jr., Will Oldham e Cassie Breman), David registra Tanglewood Numbers, un album dall'indubbio spessore rock, non privo di versatili digressioni, che spaziano dal progressive-pop di Punks In The Beerlight e There Is A Place, alle melodie bislacche di Sometimes A Pony Gets Depressed e K-Hole. Ballate come How Can I Love You, The Poor, The Fair And The Good e Sleeping Is The Only Love, sono tracce randagie che combinano chitarre, tastiere ed elettronica, in un andamento strampalato, ma quasi geniale. Nel cantato, David è spesso assistito da Cassie Berman, interprete squisita e più che idonea a questo pop stravagante. Ai più, Tanglewood Numbers ricorderà un disco dei Pavement. E' vero che l'estrazione musicale di Berman è chiaramente la stessa di Malkmus, ma è altrettanto evidente che i Pavement hanno sempre goduto di più visibilità rispetto ai Jews e che sono tutt'ora più popolari (anche se di fatto non esistono più). Dunque, se da un lato il buon Malkmus ha perso la bussola in un labirinto di suoni inquinati all'eccesso dall'elettronica, dall'altro David ha ripreso quanto di meglio espresso in carriera e si è concesso come mai prima d'ora. Tanglewood Numbers rischia quindi di diventare un raro capolavoro nel suo genere
(Carlo Lancini)

www.silverjews.net