Rosanne Cash - Black Cadillac Capitol 2006  
inserito 15/02/2006
Lo hanno fatto notare un po' tutti e non ci tiriamo certamente indietro, anche perchè è incontestabile che costituisca il fulcro tematico dell'intero Black Cadillac: nel breve periodo di due anni Rosanne Cash ha provato sulla propria pelle il senso della perdita e del dolore, con una serie incredibile di scomparse nella sua famiglia. Il padre Johnny ovviamente (sentiamo la sua voce chiamare la figlia in apertura con la title track e nel finale di Good Intent), la matrigna June Carter che lo ha seguito dopo pochi mesi, e proprio all'inizio del 2005 la vera madre, Vivian Liberto, prima moglie dell'uomo in nero, che dette alla luce Rosanne esattamente cinquant'anni fa. Impossibile che questi lutti non siano penetrati nei meandri più reconditi delle nuove canzoni, le quali trasudano infatti una ricerca di senso della vita e di ricordi e rendono Black Cadillac uno dei dischi più riusciti della carriera ventennale di Rosanne, certamente uno dei più personali. Anche lo spartiacque dei 50 anni deve avere influito sul carattere riflessivo e amaro di molti brani, una maturità ed un disincanto che le fanno dire nel gustoso r&b di World Without Sound "I wish I was a Christian/And knew what to believe/I could learn a lot of rules/To put my mind at ease" e ancora chiedere disperatamente in Dreams Are Not My Home "I want to live in the real world/I want to act like a real girl/I want to know I'm not alone/And that dreams are not my home". Ironia della sorte Black Cadillac ricorda tematicamente e nell'ispirazione le ultime uscite dell'ex marito Rodney Crowell, situandosi sulla stessa lunghezza d'onda lirica, seppure musicalmente si distingua per un suono composito, una summa delle eleganti spinte pop rock e delle radici più rurali che già a partire dal precedente Rules of Travel avevano dato ottimi frutti. Lungo questa direttrice il disco si divide perfattamente su due fronti, accentuati dalla doppia produzione di Bill Botrell e dell'attuale marito di Rosanne John Leventhal, entrambi peraltro musicisti tutto fare (chitarre, piano, mandolini, dobro) in sede di registrazione. Il primo spinge per un sound stratificato, che ricorda Lanois e figliocci (Malcolm Burn), generando un pop pianistico di raffinata tessitura (le commoventi I Was watching You, The World Unseen) ed un taglio generalmente più radiofonico (la stessa Black cadillac, Dreams are not My Home); Leventhanl mantiene invece un piede saldo nella tradizione, dando vita tanto al ruvido country-rock di Radio Operator e Burn Down this Town, quanto alle dense ballate rootsy House on the Lake, Like a Wave e Good Intent, in cui un'atmosfera fluida e distensiva coglie ogni sfumatura dell'interpretazione della Cash. Ottima prova d'autore per uno dei dischi più interessanti di questi primi mesi del 2006
(Fabio Cerbone)

www.rosannecash.com