Lo hanno fatto notare un po' tutti e non ci tiriamo certamente indietro,
anche perchè è incontestabile che costituisca il fulcro
tematico dell'intero Black Cadillac: nel breve periodo di
due anni Rosanne Cash ha provato sulla propria pelle il senso della
perdita e del dolore, con una serie incredibile di scomparse nella sua
famiglia. Il padre Johnny ovviamente (sentiamo la sua voce chiamare la
figlia in apertura con la title track e nel finale di Good Intent), la
matrigna June Carter che lo ha seguito dopo pochi mesi, e proprio all'inizio
del 2005 la vera madre, Vivian Liberto, prima moglie dell'uomo in nero,
che dette alla luce Rosanne esattamente cinquant'anni fa. Impossibile
che questi lutti non siano penetrati nei meandri più reconditi
delle nuove canzoni, le quali trasudano infatti una ricerca di senso della
vita e di ricordi e rendono Black Cadillac uno dei dischi più riusciti
della carriera ventennale di Rosanne, certamente uno dei più personali.
Anche lo spartiacque dei 50 anni deve avere influito sul carattere riflessivo
e amaro di molti brani, una maturità ed un disincanto che le fanno
dire nel gustoso r&b di World Without Sound "I wish
I was a Christian/And knew what to believe/I could learn a lot of rules/To
put my mind at ease" e ancora chiedere disperatamente in Dreams
Are Not My Home "I want to live in the real world/I want to
act like a real girl/I want to know I'm not alone/And that dreams are
not my home". Ironia della sorte Black Cadillac ricorda tematicamente
e nell'ispirazione le ultime uscite dell'ex marito Rodney Crowell, situandosi
sulla stessa lunghezza d'onda lirica, seppure musicalmente si distingua
per un suono composito, una summa delle eleganti spinte pop rock e delle
radici più rurali che già a partire dal precedente Rules
of Travel avevano dato ottimi frutti. Lungo questa direttrice
il disco si divide perfattamente su due fronti, accentuati dalla doppia
produzione di Bill Botrell e dell'attuale marito di Rosanne John
Leventhal, entrambi peraltro musicisti tutto fare (chitarre, piano,
mandolini, dobro) in sede di registrazione. Il primo spinge per un sound
stratificato, che ricorda Lanois e figliocci (Malcolm Burn), generando
un pop pianistico di raffinata tessitura (le commoventi I Was watching
You, The World Unseen) ed un taglio generalmente più
radiofonico (la stessa Black cadillac, Dreams are not My Home);
Leventhanl mantiene invece un piede saldo nella tradizione, dando vita
tanto al ruvido country-rock di Radio Operator e Burn Down this
Town, quanto alle dense ballate rootsy House on the Lake, Like
a Wave e Good Intent, in cui un'atmosfera fluida e distensiva
coglie ogni sfumatura dell'interpretazione della Cash. Ottima prova d'autore
per uno dei dischi più interessanti di questi primi mesi del 2006
(Fabio Cerbone)
www.rosannecash.com
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