Neko Case - Fox Confessor Brings the Flood  Anti 2006  
inserito 15/03/2006
La prima impressione che si rivece all'ascolto di Fox Confessor Brings the Flood è la padronanza con cui neko Case è riuscita a cucirsi addosso una personalità orginale; uno stile che, seppure debitore di precisi dettami del passato, sta acquistando uno spazio sempre più unico nella canzone d'autore. La riconosci al primo istante, nel suo carattere seducente, nel suo canto solenne, dentro profonde ballate che hanno preso una strada difficilmente immaginabile, se solo si ritorna al suo esordio The Virginian o al successivo Furnace Room Lullaby. Disco persino più complesso e forse di appeal meno immediato rispetto all'illustre predecessore, Black Listed, ma per questo motivo il probabile vertice della sua poetica: innanzi tutto perché Neko si mostra pienamente matura al canto, uno strumento essenziale, diremmo centrale, nello sviluppo delle canzoni, in secondo luogo perché le liriche stesse si sono fatte ancora più immaginifiche, spirituali, riflessive, accompagnandosi ad una musica sinuosa. Nuovamente prodotto e registrato ai Wavelab studio di Tucson, con la ricca partecipazione di Joey Burns e John Convertino dei Calexico, Howe Gelb, Garth Hudson (The Band) e dei canadesi The Sadies, il disco coglie nuovamente l'atmosfera magica di quei luoghi e di quella scena, sfiorando il vento caldo del deserto e le note di un nostalgico country rock, ampliando al tempo stesso in maniera smisurata la profondità dell'interprete. Margaret vs. Pauline e Star Witness aprono i giochi mantenendo un legame con il passato, un impasto country soul elegante, con raffinatezze pop sixties e quel costante utilizzo di suoni riverberati. Le voci speso raddoppiano (la stessa Neko e l'amica Kelly Hogan), il pathos aumenta di conseguenza: il primo capolavoro si chiama Hold On, Hold On, echi di desert rock e l'immancabile romanticismo della voce. A Widow's Toast è breve e rarefatta, ci si addentra in tonalità soul, confermate da That Teenage Feeling e soprattutto dalla strepitosa John Saw That Number, tinte gospel sudiste, un piano da saloon e l'organo del grande Garth Hudson a giocherellare sullo sfondo. La Case si può permettere anche un poco di autoindulgenza nella stessa Fox Confessor Brings the Flood, che tanto richiama il country scuro di Blacklisted, così come in Dirty Knife e Lion's Jaws, "ballate alla Neko Case" appunto, dove gioca a fare la chanteuse fatale, dentro una mescolanza tenebrosa di archi, piano e chitarre. La luce rispunta proprio nella chiusura scintillante di The Needle Has Landed, folk rock in crescendo con un ottimo gioco delle voci. Splendida conferma per una interprete ormai di classe superiore.
(Fabio Cerbone)

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