La prima impressione che si
rivece all'ascolto di Fox Confessor Brings the Flood è la padronanza con cui neko
Case è riuscita a cucirsi addosso una personalità orginale; uno stile che, seppure
debitore di precisi dettami del passato, sta acquistando uno spazio sempre più
unico nella canzone d'autore. La riconosci al primo istante, nel suo carattere
seducente, nel suo canto solenne, dentro profonde ballate che hanno preso una
strada difficilmente immaginabile, se solo si ritorna al suo esordio The Virginian
o al successivo Furnace Room Lullaby. Disco persino più complesso e forse di appeal
meno immediato rispetto all'illustre predecessore, Black
Listed, ma per questo motivo il probabile vertice della sua poetica:
innanzi tutto perché Neko si mostra pienamente matura al canto, uno strumento
essenziale, diremmo centrale, nello sviluppo delle canzoni, in secondo luogo perché
le liriche stesse si sono fatte ancora più immaginifiche, spirituali, riflessive,
accompagnandosi ad una musica sinuosa. Nuovamente prodotto e registrato ai Wavelab
studio di Tucson, con la ricca partecipazione di Joey Burns e John Convertino
dei Calexico, Howe Gelb, Garth Hudson (The Band) e dei canadesi
The Sadies, il disco coglie nuovamente l'atmosfera magica di quei luoghi
e di quella scena, sfiorando il vento caldo del deserto e le note di un nostalgico
country rock, ampliando al tempo stesso in maniera smisurata la profondità dell'interprete.
Margaret vs. Pauline e Star Witness aprono i giochi mantenendo un
legame con il passato, un impasto country soul elegante, con raffinatezze pop
sixties e quel costante utilizzo di suoni riverberati. Le voci speso raddoppiano
(la stessa Neko e l'amica Kelly Hogan), il pathos aumenta di conseguenza:
il primo capolavoro si chiama Hold On, Hold On, echi di desert rock e l'immancabile
romanticismo della voce. A Widow's Toast è breve e rarefatta, ci si addentra
in tonalità soul, confermate da That Teenage Feeling e soprattutto dalla
strepitosa John Saw That Number, tinte gospel sudiste, un piano da saloon
e l'organo del grande Garth Hudson a giocherellare sullo sfondo. La Case si può
permettere anche un poco di autoindulgenza nella stessa Fox Confessor Brings
the Flood, che tanto richiama il country scuro di Blacklisted, così come in
Dirty Knife e Lion's Jaws, "ballate alla Neko Case" appunto, dove
gioca a fare la chanteuse fatale, dentro una mescolanza tenebrosa di archi, piano
e chitarre. La luce rispunta proprio nella chiusura scintillante di The Needle
Has Landed, folk rock in crescendo con un ottimo gioco delle voci. Splendida
conferma per una interprete ormai di classe superiore. (Fabio Cerbone)
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