inserito 13/10/2006

Mark Pickerel and His Praying Hands
Snake in the Radio
[
Bloodshot 2006]



Si rimane sempre piacevolmente spiazzati di fronte ad alcune trasformazioni, che conducono molti artisti ad abbracciare sonorità e atteggiamenti lontani nella sensibilità musicale dei loro anni formativi. Il caso di Mark Pickerel segue perfettamente questo schema, essendo innanzi tutto un batterista cresciuto nella bolgia post-punk dei primi anni ottanta, quindi accecato dalla nuova onda psichedelia californiana dell'epoca ed infine membro fondatore degli Screaming Trees insieme a Mark Lanegan. Con tale formazione Pickerel resta per tutto il periodo indipendente, arrivando alla soglia del successo e lasciando la band giusto all'indomani dell'esordio su major. Mantenendo fede insomma alla sua figura da outsider, un po' marginale per scelta e sempre molto indeciso sulla rotta da mantenere, si dedica alla nuova avventura dei Truly, incidendo poi sotto lo pseudonimo di Dark Fantastic un paio di lavori passati assolutamente innosservati. La carriera solista è inaugurata dalla pubblicazione di Snake in the Radio. Accreditato a nome Mark Pickerel and His Praying Hands, il nuovo corso si lascia alle spalle gli accenti punk rock e le deviazioni psichedeliche per affrontare sempre di più il suono scuro e western che in questi anni Pickerel ha imparato ad amare attraverso le sue collaborazioni con Mark Lanegan e Neko Case. Nei territori di un country rock dagli accenti noir e con cospicue divagazioni garage sixties, Snake the Radio è un ottimo prodotto di genere che non mancherà di affascinare gli etimatori della frangia più tenebrosa della scena tradizionalista americana. Le chitarre riverberate di Johnny Sangster, l'essenziale tappeto di organo fornito da Micah Hulscher e la steel guitar di Margrethe Bjorklund sono il collante per l'interpretazione da crooner dello stesso Pickerel, che cita Leonard Cohen e Nick Cave fra le sue fonti di ispirazione. Fascinose le atmosfere desertiche di I'll Wait, Graffiti Girl e Don't Look Back e persino spettrali le tonalità dark di Ask the Wind Ask the Dust, attraversata da un battito sintetico di batteria che sembra sconfinare nella new wave (accenni ripresi anche nella title track sul finale). Tuttavia Pickerel e soci sanno inglobare all'interno del loro suono cadenze sixties che rendono la musica di Snake the Radio - attraente copertina che fa il verso allo storico logo della "Voce del padrone" - meno prevedibile del dovuto: ecco spuntare la pigrizia soul rock di Forest Fire, il travolgente miscuglio surf garage di A Town Too Fast for Your Blues sino alla solarità r&b di Sin Tax Dance, con un piano blues sullo sfondo. Ha scelto una via battuta Mark Pickerel e non sarà semplice distinguersi tra le maglie di uno stile ormai consolidato, ma al momento la musica di Snake the Radio non sembra assolutamente stancare.
(Fabio Cerbone)

www.markpickerel.com
www.bloodshotrecords.com