The Strokes - First Impressions of Earth RCA 2006 1/2
inserito 20/01/2006
Gli Strokes sono una band chiacchierata, tanto è vero che la ritroviamo inaspettatamente fra le tematiche del nostro forum. Di recente, molte testate musicali hanno speso fiumi di parole su di loro: alcune (le più professionali) per parlare del loro ultimo First Impressions Of Earth, altre per addentrarsi nei dettagli della vita privata di questa band Newyorkese. Vale a dire, fidanzate eventuali (alcune illustri, come Drew Barrymore, che sta con il batterista Fabrizio Moretti), litigi interni e scenate da rock-stars nevrotiche e viziate. Noi, che raramente battiamo sentieri extra-musicali, parleremo del loro ultimo album per quello che rappresenta. Inizierò col dire che considero il loro album Is This It un piccolo capolavoro, capace di riaprire i battenti ad un rock and roll urbano, sordido e fulmineo, fatto di guizzi chitarristici di prim'ordine. Una gemma a cui seguì però un lavoro discutibile, Room On Fire, dalle sonorità improvvisate e solo mediamente buone. First Impressions Of Earth ha avuto però una gestazione più lunga rispetto a Room On Fire, durante la quale Nick Vallesi ed Albert Hammond Jr. hanno saputo trovare nuovi stimoli e si sono destreggiati in abili digressioni leziose: nuovi riffs contagiano il marchio di fabbrica dei due in Razorblade; l'incedere aggressivo caratterizza invece Juicebox, che ricorda Peter Gunn Theme del compositore Henry Mancini. Soltanto il cantante, il leader Julian Casablancas, sembra aver perso la focosità degli esordi e canta qui in maniera più fiacca: è proprio quest'ultimo, a mio avviso, l'anello debole della catena. Quello che ne deriva è dunque un ibrido che attraversa di frequente l'Atlantico per avvicinarsi vagamente agli Smiths: è il caso di Killing Lies, Electricityscape (versione più briosa rispetto allo stile di Morrissey e Marr) e di On The Other Side. La latitanza del produttore David Kahne (che nella sua carriera ha spaziato da Tony Bennett ai Fishbone, passando dalle Bangles) si è tradotta in poca incisività e ha portato ad un libero fluire di inutili brani trasversali, come Ask Me Anything (insignificante dal punto di vista musicale, ma non della lirica), e tributi al suono dei concittadini Talking Heads (You Only Live Once) e Television. Qualcuno trova che in First Impressions Of Earth ci siano delle buone idee da sviluppare: tuttavia, in cinquantuno minuti di musica (che per gli Strokes sono un'infinità), con un po' di fantasia si può leggere di tutto e di più. Ritengo infatti che questi quattordici brani siano un'esagerazione: la formula di Is This It non è stata rinnovata e questo è un aspetto penalizzante che non fa di First Impressions Of Earth il disco della svolta. Anzi, la mancanza di genuinità dell'album si tramuta nella smaniosa ricerca di una formula economicamente vincente. Si tratta solo di un lavoro appena sufficiente, con un singolo azzeccato (Juicebox) e tanta voglia di rock and roll, celata dietro a lustrini e perline. Non voglio nemmeno ipotizzare le strategie di marketing che possono dettare le regole di pubblicazione di questo disco, avvenuta nei primi giorni del nuovo anno.
(Giovanni Manzoni)

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