Two
Cow Garage
Three
[Shelterhouse/
Sonic Rendezvous 2007]
   
I
Two Cow Garage, questo giovane ed energico trio dell'Ohio, sono tornati
più grintosi che mai con un nuovo lavoro dai tempi di The
Wall Against Our Back: correva il 2004 e quel disco finì
dritto fra le nostre cinquanta migliori uscite della stagione, gli oscar
di RootsHighway. Negli ultimi due anni la band si è mossa come una trottola
impazzita per gli Usa, nel classico van da "School Of Rock"
che ogni rock'n'roll band dovrebbe avere. Fra i sedili del mezzo Dustin
Harigle, Shane Sweeny e Micah Schanadel hanno buttato
giù una manciata di brani, affinando anche le loro maniere (almeno agli
strumenti), fatte sempre e comunque di un forte impatto frontale. Le voci
no, quelle sono "scartavetrate", rauche e strazianti come al
solito, forse peggio. Dal punto di vista musicale e di feedback roots
rock, Three è però l'album della maturità. Guardando ancora
una volta al giovane zio rockettaro Brent Best (ieri Slobberbone
e oggi The Drams. Qui co-produttore con Matt Pence dei Centro Matic
in qualche pezzo e alla chitarra in Camo), i ragazzi fanno più
che degnamente la loro parte di cow-punkers. A loro si è unito per l'occasione
Scott Danbom, pianista e membro dei Centro-Matic. L'energia è la benzina
che alimenta il motore di un prodotto accattivante, colmo di chitarre
distorte, dalle finiture poco ortodosse, con assoli tutt'altro che velleitari,
centellinati ma efficaci ed in linea con lo stile oggi di proprietà dei
The Drams. Del resto a Micah Schnebel non viene certo chiesto di essere
il nuovo Yngwie Malmsteen: ci basta che picchi sulla sua Fender come un
ossesso, liberando accordi spessi e dilatati. Ad eccezione di Should've
California, aperta da una chitarra acustica, quasi tutto il resto
di Three è l'emblema di quell'intruglio maleodorante che mischia rock
e sudore. E' inutile elencare i brani, si rischierebbe di essere noiosi
nel sottolineare quanto la componente roots rock sia ricorrente. Basta
sottolineare quanto le eccezioni allo stile di riferimento siano ben inserite
nel contesto di Three: Mediocre ha una melodia rock arricchita
dall'incursione dei fiati; Camaro è una ballata che scatta sull'attenti
ai primi cenni di chitarra elettrica; Blanket Gray è il tentativo
di regalare momenti quasi da opera rock; Arson ha la morte addosso;
il saliscendi Postcards And Apologies chiude il disco. Tutto questo
è concentrato nella seconda metà dell'album. La prima è invece al fulmicotone
(Carlo Lancini)
www.twocowgarage.com
www.sonic.nl
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