inserito 25/09/2008

Buffalo Killers
Let It Ride
[Alive
records 2008
]



Il suono bastardo dei Buffalo Killers se ne frega del manierismo e se ne esce come un disco anni settanta, power-trio con due fratelli per il basso e la chitarra, quasi fossimo tra i Cream e l'Allman Brothers Band, deviando per i Black Crowes (forse il gruppo a cui somigliano di pių). Non tiriamo in ballo i giovani Kings of Leon nel nostro gioco di rimandi, che di quelli questo sound č ormai un ricordo fermo al solo primo album. I Buffalo Killers invece, al secondo di tal fatta almeno ci sono arrivati. Loro sono i Gabbard bros., Andrew alla sei corde e Zachary con quattro, J. Saabali alla batteria per un cd pių idoneo ad ascoltarsi su vinile, tant'č che un'edizione limitata dello stesso se ne viene fuori in lp, espansa di un concerto, bonus tracks di una serata all'Orpheum Theatre di Los Angeles.

E allora Let it Ride si lascia correre davvero, con quello stile elettrico e pastoso, sporcato di una voce annegata in vortici di psichedelia, comprensibile fin dalla copertina dei ragazzi un po' barbuti, tardo-capelloni che giocano al rock'n'roll. Sia pur questa la filosofia di Dan Auerbach dei Black Keys, che ha prodotto l'album grondante di "sudismi", matrice hard-blues di certo qual rock dannatamente datato. Ma che piace ancor sentire, quasi fossero gli Zeppelin senza ancora avere un nome, o una qualsiasi garage-band destinata alla rivoluzione.

I Buffalo Killers entrano in campo cosė, con quell'aria da "quasi famosi" ad aprire i concerti degli stessi Black Crowes o Black Keys, ma quanto mai apprezzabili in tutta la loro veste di "non arrivati". Sfoderano grumi d'overdrive impaludati in Get Together Now Today o nella title - track, dove la chitarra "barrisce" letteralmente alla maniera di Slow-hand su di un impasto bi-vocale tendente al falsetto: Let It Ride č emblematico dei riferimenti del gruppo, e potente; If I Get Myself Anywhere corre dietro alla batteria come un rock'n'roll visionario e lisergico; It's a Shame sta tra Politician e Born Under a Bad Sign come le nuvole tra il sole e la terra. Ma non dimentichiamo neppure i paesaggi folkie cristallizzati nei richiami acustici di Give And Give o Heart In Your Hand come facevano i Led Zeppelin di Over The Hills And Far Away o dell'altrettanto consacrata Misty Mountain Hop. I Buffalo Killers hanno assimilato quella lezione, e quando l'ultima Black Paper svela persino dei cenni grunge che finora avevamo solo supposto, ci accorgiamo che, quando non sono annacquate, le ceneri del mito fumano ancora.
(Matteo Fratti)

www.buffalokillers.com
www.myspace.com/buffalokillers


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