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Mary
Cutrufello
35
[Mary
Cutrufello
2008]
 
Dieci anni fa: una ragazzina con una voce da maschiaccio, dreadlocks fluenti
e chitarra spianata. Il disco, When the Night is Through, sarebbe dovuto
essere il suo personale fandango e invece Mary Cutrufello si ritrovò
come spesso accade in un vicolo cieco. I migliori turnisti rock sulla
piazza, da Greg Leisz a Kenny Aronoff, un contratto con la Mercury, un
nuova rocker dalla pelle dura, poi il silenzio. I soliti rimpasti discografici,
un contratto lasciato chissà dove a marcire, il nome di Mary che
non interessa più a nessuno. Dal Texas dove aveva conosciuto la
fama, si trasferisce a Minneapolis, tentando di ricostruire pazientemente
la sua carriera: nel cuore rock del Midwest prova a rimettere insieme
una band, ma il destino le butta addosso un carico troppo pesante. Fuori
gioco per tre anni a causa di una grave forma di noduli alle corde vocali:
niente voce e niente musica.
E' un miracolo dunque che questo 35 possa camminare sulle
sue gambe: cinque anni di gestazione dalle prime demo tape registrate
con Dr. Fink (ex pianista di Prince) nel 2003, arrivando alle più
recenti collaborazioni con Greg Schutte e Merel Bregante in quel
di Austin. Un miracolo soprattutto che la voce sia ancora tutta li, che
gratta e morde come un tempo, al passo di un rock'n'roll operaio e grondante
passione soul, basterebbero d'altronde i fiati fragorosi e il tiro assassino
di Bring on the Night in apertura,
degna dei Del Fuegos di Smokin' in the Fields. Meglio ancora sarebbe citare
la successiva Take 'em as They Come
(alla seconda voce Cody Braun dei Reckless Kelly): porta la firma
di Bruce Springsteen e spiega più di tante parole da dove viene
e dove probabilmente finirà la strada di Mary Curtrufello. La quale
avrà anche un cognome improponibile per una rockstar (e chissà,
forse anche per questo la sua avventurta nel music business è naufragata),
ma scalcia e vibra come poche colleghe hanno il coraggio di fare: da una
che, per sbarcare il lunario negli anni di assenza dalla musica, si è
messa a guidare un furgone della FeDex sei giorni su sette, avreste avuto
per caso dei dubbi?
Epica blue collar nella sua migliore incarnazione insomma, con Mellencamp,
Seger e il Boss dei Boss messi in riga da una ragazza nera e orgogliosa:
da una commovente American Rain che
è pronta e impacchettata per il vostro car-stereo al "parossismo"
rock spasmodico di (I'll Still) Love You Forever,
dal febbricitante soul rock di If You Don't Want
Me No More, con l'organo Rami Jafee dei Wallflowers
ed una sezione fiati in gran spolvero, fino al romaticismo di Panhandle
Wind è tutta una festa di chitarre da strada maestra
e reminiscenze anni '70. Tra una Out of the Fire
recalcitrante e un finale, Down to the River,
ancora una volta giocato sull'asse chitarra-organo, Mary Cutrufello ha
ripreso prima di tutto i fili della sua vita, dimostrando quindi di avere
fegato e grandi canzoni: 35 è il suo disco migliore e se avete
voglia di incendiare il sabato sera fareste bene a procuravelo.
(Fabio Cerbone)
www.marycutrufello.com
www.myspace.com/marycutrufello
www.cdbaby.com
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