inserito 30/06/2010

Blackberry Smoke
Little Piece of Dixie
[
BamaJam/ Stratovarious   2010
]



Non ci siamo sbagliati: se torniamo a parlare dei Blackberry Smoke, a suo tempo già recensiti nelle notizie in breve della rubrica Shortcuts, è perché il loro Little Piece of Dixie viene ristampato in queste settimane a seguito di un tour americano, con l'aggiunta di un brano inedito e sotto la nuova etichetta BamaJam del produttore James Stroud, così denominata predendo in prestito il titolo di un fortunato festival che si tiene in Alabama. Sintomo del successo ottenuto dalla formazione della Georgia, ormai fra le punte di diamante del rinascimento southern rock, Little Piece of Dixie è un disco che francamente meritava di essere rispolverato con una analisi più approfondita. Innanzi tutto perché l'inedito a cui abbiamo già accennato, è una clamorosa ballata country firmata Willie Nelson (Yesterday's Wine) e cantata in combinazione con la nuova stella Jamey Johnson (non lasciatevi scappare il suo That Lonesome Song) e la leggenda George Jones; in seconda battuta perché riconsiderato per l'occasione tutto l'album merita una piccola spinta più in sede di giudizio finale.

La band di Charlie Starr (voce, chitarre, banjo e pedal steel) formata con i fratelli Richard e Britt Turner (rispettivamente chitarre e batteria) e il chitarrista Paul Jackson, si impone in prima battuta per il sound granitico, a metà strada fra il classico feeling sudista e una sequenza di riff ai confini con l'hard rock, ma sa anche gestirsi con la bella scrittura, cercando sempre la melodia accattivante (l'acustica e tradizionalista Prayer for the Little Man, in cui l'amore del gruppo per il bluegrass e il country rurale fa capolino), o il battito della strada che riecheggia nel primo fortunato singolo Good One Comin' On. Di questo passo Little Piece of Dixie si candida come uno dei migliori prodotti che il rock confederato abbia saputo offrire in tempi recenti: il richiamo a certo suono Red Dirt e in particolar modo ai colleghi Cross Canadian Ragweed (provate con Like I Am), con cui i Blackberry Smoke sono stati in tour, è evidente in più frangenti, eppure la personalità della band non è scalfita, anche grazie alla produzione di Dan Huff, uno che viene dal mainstream (ha lavorato con Bob Jovi e Keith Urban) ma possiede l'acume giusto per non snaturare l'anima dei Balckberry Smoke.

I precedenti lavori infatti avevano evidenziato un affetto per le radici country (il debutto Bad Luck Ain't No Crime, ma soprattutto l'ep New Honky Tonk Bootlegs) che oggi viene in parte sacrificato da un rock decisamente più roccioso (il suono hard di Up in Smoke) dove il cuore batte per i vessilli della tradizione sudista (Bottom of This, Sanctified Woman, che ricorda un po' i mai dimenticati Georgia Satellites, o ancora I'd Be lyin'). Gli esiti a mio modo di vedere sono eccellenti, con un crescendo qualitativo nel finale: l'irresistibile Shake Your Magnolia, altro potenziale singolo, Freedom Song, che già nel titolo strizza l'occhio alla leggenda dei Lynyrd Skynyrd, fino alla chiusura anticipata con l'honky tonk stellare di Yesterday's Wine. Duri e romantici al punto giusto, non sono forse adatti ai palati più raffinati, ma suonano pur sempre ottima msuica Americana.
(Davide Albini)

www.blackberrysmoke.com
www.myspace.com/blackberrysmoke



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