inserito 06/07/2011

James Maddock
Wake Up and Dream
[
Casa del Fuego  2011
]



Tornato a nuova vita all'indomani del plauso unanime ricevuto grazie a Sunrise on Avenue C - un "NY Music Award" a dimostralo nei fatti - James Maddock (già conosciuto sotto l'acronimo Wood) sta recuperando tutti i crediti con la fortuna, sfruttando giustamente un momento favorevole e non mollando la presa. Ecco dunque che sulle ali del recente Live At Rockwood Hall, banco di prova per la sua fedele band e le umide ballate urbane dello stesso songwriter newyorkese, si fa strada il nuovo episodio in studio, Wake Up and Dream, titolo che sprizza subito la speranza e il mood da inguaribile romantico del rock'n'roll che scuote James Maddock. Facile metterlo in coda ad una sensibilità da backstreets, rock da tempi medi e ballate metropolitane che si sono nutrite di un immagnario e di un suono che ha fatto scuola a partire dalla metà degli anni '70. I nomi sono i soliti e ripeterli sembra quasi un delitto: Maddock però suona e scrive nel 2011 e Wake Up and Dream appare piuttosto come un lodevole compromesso fra i ricordi delle "strade di fuoco" springsteeniane (ma con una vena che guarda più alla malinconia e ai chiaroscuri e meno alle chitarre alzate in aria), la melodia di Billy Joel, il soul di Southside Johnny (con cui Maddock ha condiviso anche delle date) e il lirismo immancabile di una padre ispiratore come Van Morrison.

Messo così è un parterre da far tremare i polsi, nella sostanza la curvilinea Step Into the Water, le armoniose Stella's Driving e Living a Lie, spesso incentrate sui richiami fra chitarre acustiche e pianoforte (Oli Rockberger) hanno un piglio pop più accentuato, lo stesso che rende a volte la musica di Maddock eccessivamente affettata e morbida. Non un peccato mortale, se è vero che anche le docili Mr. Universe e That's Where You're Wrong hanno classe da vendere, superando di gran lunga il ciarpame che solitamente viene oggi spacciato per pop adulto nelle programmazioni radiofoniche. Innegabile tuttavia che il nostro rinato songwriter esprima al meglio le sue potenzialità quando libera il tono elettrico più frizzante di Positive (una sintesi perfetta del mainstream rock americano) o si arrampica sulle note accorate di Beautiful Now, brano co-fimrtao con Mike Scott dei Waterboys, che oltre a indicare un legame di ispirazione preciso, introduce l'album e ne sintetizza l'atmosfera generale.

Non ci sono forse canzoni epocali nel canestro di James Maddock, ma il gesto e la voce (roca, strozzata, appaionata, l'arma in più che non tutti i colleghi si possono permettere) parlano di un autore d'altri tempi, capace di ridestare emozioni degne del primo imberbe Tom Waits (You and Jean) e far scappare una lacrima spegnendo le luci su Keep Your Dream, un piano, il mandolino di David Immergluck e quella voce che ricama su una melodia semplice e vecchia come il mondo.
(Fabio Cerbone)

www.jamesmaddock.net



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