Lo stile di scrittura del texano Matt Harlan ci riporta indietro all'epoca
d'oro dei grandi stroryteller; da Jim Croce a Kris Kristofferson, da Nanci Griffin
a Joe Ely, da Townes Van Zandt a John Prine e ci ricorda tutte quelle volte che
abbiamo riascoltato i loro LP, le volte che ci siamo soffermati sulla singola
canzone o sul singolo ritornello, capaci sempre di regalarci emozioni forti e
di farci amare ciascuna storia che stavamo ascoltando. Si provano le stesse emozioni
con Raven Hotel, terza fatica per Matt Harlan dopo il bell'esordio
Tips And Compliments e il seguente Bow and Be Simple (del 2012 in compagnia con
il gruppo The Sentimentals), sicuramente il suo album più riuscito, quello della
raggiunta maturità che speriamo gli conferisca un po' di "meritata" fama e notorietà
al di là dello stato, seppur grande, del Texas (nel 2013 alla Texas Music Award
tenutosi a Linden, gli è stato riconosciuto il premio di miglior songwriter dell'anno).
Ogni singola composizione suona come un dialogo interiore in grado di
far riflettere e meditare l'ascoltatore prendendolo lentamente per mano e accompagnandolo
tra le note speziate delle sue fragili ballate, sempre soffuse e intime (a parte
la sferragliante Rock'n Roll che sembra uscire
dal repertorio del migliore John Cougar Mellencamp). La band che lo accompagna
comprende Bukka Allen all'organo e piano, Rich Brotherton chitarre banjo, lap
steel e dobro, Glenn Fukunaga al basso, John Green alla batteria, Maddy Brotherton
al violino, oltre alla incredibile voce della brava Rachel Jones capace
di dare maggiore profondità alle canzoni contenute nell'album. E' comunque difficile
descrivere il tipo di sound che ne viene fuori: una sorta di country tex mex sporcato
a volte di jazz (come la notturna Burgundy & Blue)
a volte di rock ma soprattutto di folk dal sapore acustico. Le canzoni in coppia
con la compagna Rachel come la sognante Slow Morning Train e il bellissimo
old waltz Old Spanish Moss ci riportano al
sound della coppia Dave Rawlings /Gillian Welch grazie ad una definitiva affinità,
forse ottenuta grazie al matrimonio tra i due avvenuto nel 2013.
Half
Developed Song è una bellissima country ballad con un crescendo costruito
intorno al suono del dobro e alla voce di Matt, mentre la soffusa Second
Gear ci fa sognare ad occhi aperti regalandoci un momento di riflessione
grazie ad una melodia difficile da dimenticare. Riding With The Wind é
una poesia urbana molto riuscita ed è affidata interamente a Rachel, con un bel
piano e una batteria che sembrano tenere il tempo con il battito del cuore. We
Never Met e la title track ci riportano sulla stessa lunghezza d'onda delle
composizioni di John Prine e Townes Van Zandt, dove quello che più conta è il
sentimento espresso dalla voce di Matt e dai pochi strumenti ad accompagnarla.
Old Allen Road sa di tex mex e confine con
il Messico, mentre le finali The Optimist e RearView
Dispaly non fanno altro che riconfermare la bravura di Mr. Harlan,
oramai uno dei pochi troubador ancora in circolazione. Cercate di essere uno di
quei pochi fortunati a scoprire la sua incredibile musica.