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americana, pop rock di
Luca Volpe (06/02/2018)
Perché
un artista pieno d'idee, talento compositivo e strumentale, passione, arguzia
nei testi, conoscenza delle tecniche di registrazione e produzione, non sfonda?
Perché non ha neanche un seguito nell'underground? Il suo profilo su Youtube contiene
i due dischi precedenti, alcune canzoni hanno tre visualizzazioni… Grace Basement
è un progetto attivo da anni (l'esordio è del 2007) ed è guidato dal polistrumentista
(nato dal violino Folk) e cantante Kevin Buckley, ben poco conosciuto anche negli
USA. Il motivo della sua scarsa notorietà è il suo stile ostinatamente passatista.
La sua musica è un cortocircuito rispetto ad oggi: nativo di St. Louis ne loda
la sua ecletticità musicale, e lui la gestisce in chiave alternativa come se gli
anni Novanta non fossero mai passati, ma suonati con tecnica settantiana e spirito
sessantiano.
Incredibile con pochi soldi cosa riesca ad imbastire: la
musica dei suoi dischi era la rilettura di diversi stili alternativi, passando
attraverso country tradizionale, blues da bar, musica da camera. Il secondo disco
del 2009, Gunmetal Gray, era un gioiello di totale capacità adattativa, con finanche
incursioni nel progressive e il successore Wheel Within a Wheel giocava a inglobare
il pop moderno e la tendenza "Americana" distorcendoli a suo piacere in chiave
acustica. Così dall'ascolto di quest'autore sorge tale da lasciare sgomenti il
paragone con il lunatico del pop: Brian Wilson. Manie compositive e richiami melodici
non lasciano dubbi. Con l'aiuto di un'affiatata sezione ritmica, il batterista
Jill Aboussie e il bassista Greg Lamb, Buckley può tuffarsi nel potenziamento
di fiati e tastiere nella trama delle sue ideazioni di questo Mississippi
Nights.
Rising Sun è una veloce scampagnata che alterna
una parte romantica e una sfuriata in un crescendo spectoriano. Fin da qui si
percepisce che il fantasma degli anni Sessanta è diventato compagno di Buckley.
I Beach boys entrano di prepotenza fra cori e armonie con un titolo che non lascia
dubbi: Summertime is Coming. La sua versione
di Donovan è una rilettura in chiave alternativa su Suicidal Friends, anch'essa
segnata dal crescendo isterico, salvo poi piombare in una frenata quasi parodistica,
arrangiata in chiave country-blues. Maybellene è un malinconico blues che
diventa country col suo violino, e poi soul con i fiati. Slowly
Causing (Everything You Wanted to Come Undone) è sorniona, elegante,
briosa. L'eclettismo e il citazionismo corrono sulla lama di rasoio: Standing
on a Corner è talmente Eagles da rischiare il plagio, ma Midnight Bell
lo fa con i T-Rex, puntellando però il tutto con dissonanze azzeccate. Easy
for You/ Easy for Me sfotte con uno stile alla Rembrandts il pop odierno.
Riassunto della parte malinconica è la ballata My Ruin, di quella ironica
Broken pair of speakers, che passa da un inizio che mescola il rock glam
col college pop per poi volare negli empirei con cori wilsoniani titanici.