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Ray Bonneville
On the Blind Side
[Stonefly 2023]

Sulla rete: raybonneville.com

File Under: quiet and minimal roots rock


di Paolo Baiotti (19/10/2023)

Originario del Quebec, Ray Bonneville ha alle spalle una vita piena di cambiamenti che lo ha portato, dopo il trasferimento a Boston quando aveva dodici anni, a entrare nei marines per allontanarsi dal padre finendo in Vietnam, a rientrare e diventare taxista per alcuni anni mentre approfondiva lo studio della chitarra e dell’armonica, trasferendosi poi a Boulder come pilota d’aerei e quindi a Parigi dove ha anche suonato per strada e combattuto una lotta contro la cocaina. Terminata l’esperienza europea si stabilisce a New Orleans e poi torna in Quebec, abbandonando la guida degli aerei dopo un grave incidente e dedicandosi con più attenzione alla musica.

Influenzato dal folk, dal blues e dal suono di New Orleans, specialmente dalla sua lentezza e apparente pigrizia, Ray si esibisce dal vivo come “one man band”. Discograficamente ha esordito nel ’93 con On the Main all’età di 45 anni, proseguendo senza fretta con un’incisione più o meno ogni tre anni, approdando nel 2003 alla Red House per la quale ha pubblicato quattro album tra i quali il premiato esordio Roll It Down e Goin’ My Feel. Nel 2018 è passato alla Stonefly per At King Electric, seguito cinque anni dopo da On The Blind Side. Anche in questa occasione Ray conferma un suono che un critico ha definito un languido “folk-roots gumbo”, affiancato alla produzione da Will Sexton (chitarra e basso) con il fedele ingegnere del suono Justin Douglas, la batteria di Rick Richards e il piano di Richie Lawrence.

A partire dalla ritmata e raffinata Lucky Moon risultano inevitabili le somiglianze con l’andamento pigro e le tonalità vocali di J.J. Cale e di Mark Knopfler, proseguendo con la morbida On The Night Is Long punteggiata dalla chitarra e con The Way It Was Before, dolcemente reggata, in cui un uomo si scusa con l’amata dopo un’animata discussione. Il ritmo spezzato di Never Get The Love Thing Right è animato dagli inserimenti delle tastiere, prima del rallentamento dell’intima title track, ballata in cui Bonneville riflette sulla sua infanzia inflenzata dall’incombente figura paterna e dell’oscura Night Cab, una sorta di inquietante film-noir. On The Blind Side è un disco breve, nove canzoni per poco più di mezz’ora, in cui talvolta affiora un po’ di fatica per l’uniformità della voce e dei suoni; non bastano il vigore di Made Yourself A Home e le tastiere ondulate di Streetcar Man a cancellare la sensazione di indolenza confermata dalla pacata chiusura di Even With Time.


    


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