A sei anni dall’esordio discografico la californiana
Helen Rose torna in uno studio di registrazione a incidere sue canzoni,
a conferma di quanto questo sia il suo primo amore, dopo anni in cui ha
dedicato il suo tempo a comporre musica per film e tv. Nata a Los Angeles,
ma cresciuta tra la California e la costa atlantica del Maryland, Helen
Rose ha sempre avuto la musica e le arti come qualcosa che ne ha contraddistinto
lo scorrere degli anni, tra le passioni bluegrass del padre e quelle come
costumista della madre, maturando una sua via nel corso della high school
dove ha incontrato un personaggio come Jonah Tolchin, cantautore tra blues
e folk, che ancora oggi ritroviamo al suo fianco in questo Rugged
Elegance.
L’aver collaborato con nomi come Benmont Tench, Russ Kunkel e Marvin Etzioni,
tra gli altri, ha indirizzato la musicalità di Helen Rose in quei territori
tra blues, country e soul in cui si è subito trovata a proprio agio, sviluppando
doti compositive di qualità e sorretta anche da una voce non comune, che
in qualche momento mi ha ricordato quella di Rhiannon Giddens (pur con
le dovute diversità, ma con un’intensità non lontana dall’ex Carolina
Chocolate Drops), con la passione per Lucinda Williams, Bonnie Raitt e
l’ultima Emmylou Harris a guidarla.
Rugged Elegance è un album caratterizzato ed influenzato fortemente
dalla presenza di Jonah Tolchin che ha composto con la protagonista
praticamente tutti i brani, li ha prodotti per la sua casa discografica
e ha dato un’impronta importante in fase strumentale con le sue chitarre,
elettriche ed acustiche, chiamando gente del calibro di Greg Leisz alla
pedal steel, Carey Frank alle tastiere (già con la Tedeschi Trucks Band)
e una sostanziosa sezione ritmica formata da Kevin Clifford ai tamburi
e Nic Coolidge al basso. Raspberry Plain
apre con tutta la poetica di Helen Rose concentrata in una melodia suadente
carezzata dalle ‘pennate’ di steel di Greg Leisz, melodia vicina più di
altre ad una country music simile a quella proposta da Buddy e Julie Miller
o Patty Griffin. Con la seguente King Of This Town ci si immerge
in quello che è un suono tra blues e soul, con le citate similitudini
vocali con Rhiannon Giddens per potenza ed energia, così come nella movimentata
Wolf Tones o nella quasi ‘neworleansiana’
canzone che dà il titolo al disco.
Tornando alle inflessioni più vicine alla country music sono da citare
la appassionata e notturna The Drakes e il duetto con Tyler James
Kelly in Demons con un’altra bella performance di Greg Leisz, mentre
più cantautorali ed intime sono This Ship e Where Is My Home,
insiee alla chiusura di Get Me Out Of This City
che con i suoi toni soul mostra una bella ecletticità e soprattutto
un ottimo talento compositivo.