Definito “un sangue giovane con un’anima antica”,
Marcus Trummer esordisce con un album decisamente interessante
in cui cerca di mischiare una sensibilità moderna con la tradizione in
uno stile che comprende soul, blues e rock. Nato a Calgary e promosso
dalla Gypsy Soul, la medesima label dei Bywater
Call, il ragazzo ha compiuto appena 23 anni, ma ha una voce naturale,
matura e saggia che si può paragonare ad artisti come Bill Whiters o Al
Green, soul al 100% e veramente degna di nota. Inoltre, è un chitarrista
da non trascurare, che si ispira al blues di B.B. King e compone buona
parte del materiale di From The Start, scritto nel corso
degli ultimi anni e registrato in gran parte nel 2022, l’anno in cui ha
ottenuto una candidatura come migliore nuovo artista ai Maple Blues Awards,
mentre nel 2023 ha vinto il Telluride Blues Challenge facendo circolare
il proprio nome ancora prima di esordire in studio.
Per questo album si è avvalso della collaborazione della sua sezione ritmica,
formata dal fratello Silus alla batteria (19 anni) e da Stacey Shopsowitz
al basso, nonché dell’essenziale Miles Evans Branaugh (The
Commoners) alle tastiere, di Nicky Lawrence ai cori e di una sezione
fiati, mentre la produzione è stata affidata a Ross Hayes Citrullo, chitarrista
dei Commoners e a Renan Yildizdogan, proprietario dell’etichetta discografica.
Si parte con Holding Out For You,
un brano soul in cui emergono la voce di Marcus, i fiati in ritmica, le
tastiere arrangiate con perspicacia, la voce della corista e la chitarra
bluesata lineare e incisiva. È un brano che segna il percorso successivo;
basta ascoltare la mossa Let You Down,
un errebi dal suono vintage e Hard Time, uno slow con l’organo
in sottofondo più soul che blues accompagnato da un testo che intende
riflettere sulla difficoltà dei nostri tempi con uno sguardo speranzoso
al futuro.
Nel centro dell’album spicca The Only Thing,
una ballata magnifica nello stile chitarristico di B.B. King, un inno
alla forza dell’amore rispetto alle cose materiali che ci circondano.
Se la title track appare un po’ scontata, pur risalendo nel break strumentale,
così come la funkeggiante Not The Same, la ballata
Break My Fall coglie il segno ricordando il suono roots
di The Band e anche il soffice soul-roots Ready to Go si lascia
ascoltare sia per la tonalità vocale che per il melodico assolo di chitarra
che richiama la recente svolta soul di Marcus King. A sorpresa la conclusione
è affidata alla robusta Let The Devil Win, un grezzo rock-blues
con accenti sudisti per nulla disprezzabile, ma che sembra un po’ fuori
contesto.
Vista l’età di Marcus e il suo approccio naturale e disinvolto, possiamo
sperare in un futuro ricco di soddisfazioni per l’ennisimo artista canadese
di rilievo.