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R.R. Williams
Unremarkable Lives
[Black Mesa records 2024]

Sulla rete: rrwilliams.bandcamp.com

File Under: americana folksinger


di Pierpaolo Tinelli (05/10/2024)

Michael Williams, cantautore di Tulsa, Oklahoma, è l’artefice pressoché unico del progetto R.R. Williams, che prende il nome dal proprio defunto padre (Reginald Roy) e che è attivo dal 2020. Questo album, Unremarkable Lives, segna a tutti gli effetti l’esordio sulla lunga distanza, ma anche sul supporto fisico (CD e LP per etichetta Black Mesa), dato che sono stati precedentemente pubblicati solo digitalmente un paio di EP ed un live, stando alle scarse notizie reperibili tramite la pagina Bandcamp dell’artista. La mancanza di fonti biografiche e di apparentamenti o collaborazioni con artisti più conosciuti fa pensare che Michael Williams stia facendo una sorta di gavetta dalle retrovie dello show business, con la sua forza di volontà ed un solo aiuto concreto dal sodale John Moreland, che ha coprodotto l’album e lo ha mixato.

Questi è anche l’unico collaboratore presente in tutte le tracce aggiungendo qualche strumento come la batteria, il mandolino o più frequentemente la chitarra elettrica e l’armonica. Mike, anch’egli polistrumentista, si dà da fare alla voce, alla chitarra acustica, ma anche qualche tocco di batteria e di basso. Le uniche informazioni riguardanti la registrazione dicono che questa è stata condotta, come del resto le precedenti, nel garage di casa da Michael stesso. Al netto di questa, che sembra più una necessità che una scelta, la resa sonora è comunque più che soddisfacente. Il brano iniziale, Tightrope, e quello finale, che dà anche il titolo all’album, Unremarkable Lives, sono quelli più movimentati e dal mio punto di vista anche complessivamente più riusciti. In essi Michael Williams riesce ad esprimere pienamente il suo timbro di voce robusto e potente.

A parte quelle sopracitate, le rimanenti tracce sono molto più scarne negli arrangiamenti ed evocano atmosfere intimiste ed avvolgenti. La cifra stilistica è quella di un classico rock moderatamente venato di country e folk, mentre il songwriting si caratterizza tipicamente nel genere Americana, magari non originalissimo, ma apprezzabile e molto personale. Del resto anche i testi ben si adattano all’atmosfera generale dell’album, improntata alla malinconia. Dalla scrittura di Williams emergono chiaramente estetica ed etica dei perdenti della working class tipici di quell’America profonda che sta sul lato oscuro del sogno americano. Per citare un paio di esempi, si parla di divorzi decisi unilateralmente (in Slowly Sinking), basata su quanto accaduto ad un amico, così come dell’esperienza traumatica della perdita del lavoro (in Unremarkable Lives) vissuta in contemporanea proprio da Mike e da sua moglie.

Un album di canzoni solide e sincere che potrebbero sembrare l’espressione di chi si lascia vincere dallo sconforto ma che ci restituiscono invece la volontà incrollabile (e tipicamente americana) di non cedere e di andare avanti.



<Credits>