Texano sì, ma con il Golfo del Messico (e così
continueremo a chiamarlo su RootsHighway) a un tiro di schioppo, Pug
Johnson è un giovane songwriter di Beaumont cresciuto musicalmente
sotto gli influssi di quella zona di “confine”, con la brezza della Louisiana
a poche miglia di distanza e i colori del vicino Messico a influenzare
il suo classico stile country. L’esordio, inciso quando aveva fatto i
bagagli per Nashville, risale al 2022 con Throwed Off and Glad,
ma nel frattempo Pug è tornato a casa, ha trovato moglie e ha scritto
unidici nuove canzoni tra San Antonio e Austin, dove il nuovo album El
Cabron è stato registrato con la collaborazione di diversi musicisti
provenienti dalla band di Charley Crockett e dalle leggende locali Asleep
At The Wheel.
Sorta di vivace colonna sonora concepita guardando l'esistenza scorrere
lungo il border, a detta dello stesso Johnson influenzata da letture e
ascolti di prima scelta che vanno dal Terry Allen di Juarez – a
cui è dedicato esplicitamente il brano Last Call (With Apologies from
Terry Allen) – al Larry McMurtry della saga westerndi Lonesome
Dove fino all’iconoclasta Hunter S Thompson di Paura e delirio
a Las Vegas, dal quale Pug dice di avere tratto lo stesso carattere
del protagonista del brano El Cabron (dallo
slang spagnolo, “il bastardo”), l’album è una sorta di concept, se passate
il termine, ambientato tra paradiso e inferno del South West americano,
con un taglio narrativo impresso ai brani e sonorità che evocano classica
honky tonk music, tex-mex, influssi cajun, swing e boogie-woogie.
L’utilizzo dei fiati nell’iniziale Big Trains e nella stessa El
Cabron, più cadenzata sui toni della ballata dal gusto retro, ci dicono
molto della passioni musicali di Johnson, uno che possiede la voce e il
piglio giusto, spesso ironico e festoso, per cantare queste storie: dall’effervescente
country made in Louisiana, con tanto di fisarmonica al seguito, di Buy
Me A Bayou, e che ricorda un po’ la famosa Jambalaya
di Hank Williams, alla spumeggiante cover di Pipeliner Blues di
Moon Mullican, chiudendo poi con le note rock’n’roll di Time Well Wasted.
Disco certamente passatista per stile, che spesso riporta, anche per somiglianze
vocali, al lontano debutto dei BR5-49 (qualcuno oggi li ricorda? Band
che fece il botto nella prima ondata alternative-country di metà anni
Novanta) o ai Mavericks di Raul Malo quando davano più peso alle loro
radici country rock (da sentire nel caso il mix messicaneggiante di Thanks
to the Cathouse), El Cabron passa anche dal soul elegante di
Believer a episodi più veraci e di stretta adesione texana come
Waxahachie e la romantica ballata
Hole in Me, presentandosi come una versione più leggera ed esuberante
di personaggi attualmente sulla cresta dell’onda quali il citato Charley
Crockett. Attendiamo a questo punto di capire se Pug Johnson sarà in grado
di garantire la stessa quantità (e qualità) nel tempo.