A poco più di un anno da The
Neon Skyline, Andy Shauf pubblica Wilds, il suo
settimo album, sempre per la Anti-records (lo scorso 24 settembre è
avvenuta l’uscita digitale, mentre per il formato fisico si dovrà aspettare
il 19 novembre), un disco parallelo, compagno, del predecessore. Le nove
canzoni all’interno dell’album, infatti, erano già state tutte scritte
dal poco più che trentenne cantautore canadese durante l’elaborazione
el citato The Neon Skyline, prima che si passasse alla scelta definitiva
di costruire l’intero concept-album su un’unica serata al bar, e oggi
questi “avanzi” formano un disco a sé stante, minimale, come ormai è stile
di Shauf, e assolutamente orecchiabile.
Non si tratta però di un riempitivo, né di veri e propri scarti, ma di
un lavoro gemello, complementare, dell’illustre predecessore, a cui non
è superiore, né per idee, né per contenuti, ma, rispetto a questo, non
è neanche meno valido; del resto, in pochi hanno oggi la stessa complicata
semplicità di Andy Shauf per quello che riguarda lo scrivere canzoni.
Ma veniamo al disco vero e proprio. Nove canzoni, interamente suonate
dal nostro (di cui ricordiamo la natura di polistrumentista), che partono
da un approccio cantautoriale, voce, leggera, e chitarra, con dolci sfumature
pop, date da elettriche ed ottoni (Spanish On
The Beach) ad alleggerire tematiche sentimentali un poco amare
e malinconiche, che riguardano piccole e brevi storie destinate a spegnarsi
da sole, lasciando solo qualche ricordo alle spalle e un senso di solitudine
(per citare un verso da Call: “I want
to hear your voice call, down the empty street, telling me to wait up,
telling me anything”).
Ma non c’è solo amarezza nelle parole di Shauf. Alla fine dei trenta minuti
si ha anche la sensazione di avere ascoltato un buon disco, di un cantautore
che ormai è una certezza in qualsiasi cosa fa (dato non scontato). Anche
The Neon Skyline possedeva un finale dolce-amaro ma, d’altronde,
nella popular music i temi principali, attinti a piene mani ieri, oggi
e domani, sono due: amore felice e amore infelice. Shauf gioca un poco
di più con quest’ultimo, cercando di mostrarne più sfumature (come con
i poetici e conflittuali versi di Television
Blue: “Judy takes a sip, says “I remember we stole bug spray
out of money blue motel You told me to go to hell” I nod my head “But
remember the rain in your hair?”). E lo fa bene, con grazia ed eleganza.
Ribadisco, Wilds non è superiore al lavoro che lo ha preceduto,
ma è meglio di tanta musica contemporanea, quindi si può solo prendere,
esserne grati, e portare a casa. Consigliato.