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Andy Shauf
Wilds
[Anti records 2021]

Sulla rete: andyshauf.com

File Under: indie folk-pop


di Giovanni Andreolli (14/10/2021)

A poco più di un anno da The Neon Skyline, Andy Shauf pubblica Wilds, il suo settimo album, sempre per la Anti-records (lo scorso 24 settembre è avvenuta l’uscita digitale, mentre per il formato fisico si dovrà aspettare il 19 novembre), un disco parallelo, compagno, del predecessore. Le nove canzoni all’interno dell’album, infatti, erano già state tutte scritte dal poco più che trentenne cantautore canadese durante l’elaborazione el citato The Neon Skyline, prima che si passasse alla scelta definitiva di costruire l’intero concept-album su un’unica serata al bar, e oggi questi “avanzi” formano un disco a sé stante, minimale, come ormai è stile di Shauf, e assolutamente orecchiabile.

Non si tratta però di un riempitivo, né di veri e propri scarti, ma di un lavoro gemello, complementare, dell’illustre predecessore, a cui non è superiore, né per idee, né per contenuti, ma, rispetto a questo, non è neanche meno valido; del resto, in pochi hanno oggi la stessa complicata semplicità di Andy Shauf per quello che riguarda lo scrivere canzoni. Ma veniamo al disco vero e proprio. Nove canzoni, interamente suonate dal nostro (di cui ricordiamo la natura di polistrumentista), che partono da un approccio cantautoriale, voce, leggera, e chitarra, con dolci sfumature pop, date da elettriche ed ottoni (Spanish On The Beach) ad alleggerire tematiche sentimentali un poco amare e malinconiche, che riguardano piccole e brevi storie destinate a spegnarsi da sole, lasciando solo qualche ricordo alle spalle e un senso di solitudine (per citare un verso da Call: “I want to hear your voice call, down the empty street, telling me to wait up, telling me anything”).

Ma non c’è solo amarezza nelle parole di Shauf. Alla fine dei trenta minuti si ha anche la sensazione di avere ascoltato un buon disco, di un cantautore che ormai è una certezza in qualsiasi cosa fa (dato non scontato). Anche The Neon Skyline possedeva un finale dolce-amaro ma, d’altronde, nella popular music i temi principali, attinti a piene mani ieri, oggi e domani, sono due: amore felice e amore infelice. Shauf gioca un poco di più con quest’ultimo, cercando di mostrarne più sfumature (come con i poetici e conflittuali versi di Television Blue: “Judy takes a sip, says “I remember we stole bug spray out of money blue motel You told me to go to hell” I nod my head “But remember the rain in your hair?”). E lo fa bene, con grazia ed eleganza. Ribadisco, Wilds non è superiore al lavoro che lo ha preceduto, ma è meglio di tanta musica contemporanea, quindi si può solo prendere, esserne grati, e portare a casa. Consigliato.


    


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