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Joanna Sternberg
I've Got Me
[Fat Possum 2023]

Sulla rete: joannasternberg.com

File Under: miniature folk


di Fabio Cerbone (15/01/2024)

Album che ha fatto capolino in più di una lista alla fine del 2023, comprese webzine di grido come Pitchfork, Gorilla vs. Bear e persino la storica Rolling Stone, I’ve Got Me è l’esempio calzante di opera folk che può accasarsi anche presso una critica “alternativa” e poco avezza a frequentare l’universo del songwriting d’ispirazione tradizionale. Secondo lavoro dell’artista newyorchese Joanna Sternberg, che ha compiuto un curioso percorso di maturazione musicale, potremmo dire “a ritroso”: da contrabassista con studi classici alle spalle (una borsa di studio conquistata per il college) e un duro tirocinio jazz che l’ha portata a suonare nel circuito dei club cittadini, Joanna ha scelto infatti un’espressività minimalista, quasi fanciullesca nella composizione delle sue ballate, legate all’essenzialità della scrittura dell’american music, quasi provenissero dalla prima epoca del folk revival.

Composte in gran parte nell’appartamento di famiglia, quest'ultima di chiare origini ebraiche, al quarantesimo piano del Manhattan Plaza sulla 42a strada, queste canzoni sono il riflesso diretto di un periodo di isolamento e intimità, nel quale l’autrice (lei si definisce però persona non-binaria) ha messo a nudo i suoi sentimenti utilizzando la fragile morbidezza delle melodie, spesso in contrasto con il crudo, dolente contenuto delle liriche. L’effetto ottenuto è quello di una raccolta di filastrocche per chitarra e piano (i due principali strumenti utilizzati da Joanna per comporre) che potrebbero apparire come vecchi standard perduti e ritrovati, quando invece si tratta di una dozzina di nuove canzoni firmate dalla Sternberg e incise in totale indipendenza (suona tutto lei) con il solo supporto del produttore Matt Sweeney.

Volutamente sghemba, con una voce “infantile” e imperfetta, Joanna Sternberg sembra abitare un luogo a sé nel panorama della nuova tradizione americana, come annuncia la delicatezza della stessa I’ve Got Me, una debole chitarra e una candida melodia folkie che ci introduce al suo mondo appartato. Paragonata, per azzardo va detto, al fantasma di una Karen Dalton, della quale certo richiama una certa asprezza stilistica ma non ne possiede affatto le stesse affascinanti sfumature vocali, Joanna potrebbe semmai apparire, soprattutto quando siede dietro il piano in I Wll Be With You, Right Here o Mountains High, come una versione più gracile dell’ultima, acclamata Iris DeMent.

Le composizioni della Sternberg tuttavia nascondono una natura meno rurale (anche se l’elettrica People Are Toys To You...) e più newyorchese, inevitabile forse, con qualche lontana eco jazzy e gospel, che giostrandosi fra chitarra (acustica ed elettrica) e pianoforte, emerge nella natura di brani quali Stockholm Syndrome (tra le più adorabili in scaletta), Drifting in a Cloud o il finale di The Song, forse il passaggio che più ha solleticato, con la sua dolce progressione folk soul e l’impostazione del cantato, il confronto con la citata Dalton.

Una gracile materia folk probabilmente non adatta a tutti gli ascoltatori, ma se amate le opere un po’ naif Joanna Sternberg potrebbe farvi innamorare.


    


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