Punta
di diamante del movimento soprannominato Red Dirt, quel bacino di band sparse
fra Oklahoma e Texas che guardano alla tradizione country e al tempo stesso al
suono rock più stradaiolo, i Reckless Kelly dei fratelli Willy e Cody Braun
festeggiano niente meno che vent'anni di vita, toccando il traguardo del nono
disco di studio. Lo fanno ribadendo la formula che gli ha garantito successo e
stima sui palchi di Austin e non solo, fino a condurli ai Grammy con il precedente,
fortunato Long Night Moon. Il loro rock delle radici, molto chitarristico e accattivante,
è da sempre un buon compromesso. Indipendenti ma con numeri da piccole star, i
Reckless Kelly hanno mantenuto, fra alti e bassi, questa direzione: da una parte
è evidente il loro amore per certa canzone country rock, il primo Steve Earle
per esempio, o il loro mentore di inizio carriera, Joe Ely, dall'altra però anche
una predilezione per una musica più robusta, per il suono americano più mainstream
e per certo classic rock arrivato direttamente dagli anni Settanta.
Possiamo
ritrovare tutti questi spunti nelle tredici tracce di Sunset Motel,
un ricco bottino che il gruppo ha selezionato fra una trentina e passa di canzoni
che Willy Braun ha portato in dote al resto dei compagni. Questa rinnovata vena
ha reso la musica dei Reckless Kelly più elettrica e spumeggiante rispetto alle
recenti prove discografiche, a noi parse in verità un poco appannate. Fra tempi
medi, ballate romantiche e rock'n'roll arrembanti, mi pare infatti che Sunset
Motel recuperi la freschezza degli esordi e soprattutto di quello che resta ad
oggi il loro passaggio migliore, Under the Table & Under the Sun. Merito
dell'avere lavorato in casa, con molti amici fidati (tra gli ospiti The Mastersons,
Bukka Allen, Rosie Flores e gli altri fratellini Micky e Gary Braun, provenienti
dai Micky and the Motorcars) e con un repertorio che mantiene un profilo semplice
e diretto. How Can You Love Him (You Din't Even Like
Him), brano apripista, potremmo definirlo il simbolo di questo atteggiamento,
una canzone esemplare dello stile Reckless Kelly.
Willy Braun non è un
autore da colpi di genio - si tratta di oneste, a volte anche un po' scontate
riflessioni su relazioni e pene d'amore - ma la band possiede un arrembante sound
chitarristico, che qui attraversa momenti d'impatto (la rocciosa Buckaroo)
e altri più immediati e pop (Give It Up, Moment in the Sun). Le
due facce della medaglia sono ben rappresentate dall'aggressivo riff di Radio,
una tirata contro il moderno business musicale e le sue regole, canzone intrisa
di sonorità southern rock e pronta a trascinare il pubblico dal vivo, e dalla
stessa Sunset Motel, ballata che si tinge
dei colori del west americano e svela l'ispirazione country alla base dei fratelli
Braun, con il violino di Cody a sostenere l'agrodolce melodia. Non c'è dubbio
che i momenti più rootsy siano anche quelli che esaltano meglio la scrittura di
Willy Braun, fra i mandolini di One More Last Time e la riflessiva Forever
Today, ma ancora meglio nella sintesi fra acustico ed elettrico operata in
Volcano, episodio a sfondo ecologista, e
Who's Gonna Be Your Baby Now, le due anime di una rock'n'roll band ormai sicura
dei propri mezzi.