Il
primo incontro con la musica di Tim Grimm, songwriter dell'Indiana con
una carriera di attore alle spalle, avvenne qualche anno fa in occasione di un
tributo a Tom Paxton. Questo chiariva già molti dettagli sul personaggio e sulla
sua educazione artistica: aggiungeteci l'amicizia sincera coltivata con Ramblin'
Jack Elliott, l'impegno civile e ambientalista, il legame con tutta la tradizione
folk che da Woody Guthrie arriva all'Americana di oggi e avrete un'idea di cosa
aspettarvi da un disco come A Stranger in This Time. Che a dire
il vero è uno dei più personali pubblicati da Grimm, una mezza dozzina di album
in carriera: registrato in casa, a Bloomington, con i figli Connor al basso e
Jackson alle chitarre e banjo, nonché con la moglie Jan Lucas alle armonie vocali
e all'armonica, è un sorta di affare domestico (da qui la dicitura Tim Grimm and
The Family Band) dove echeggiano i ricordi della propria terra, del padre, delle
radici della famglia stessa, dell'amore con la moglie, oltre naturalmente alla
sensibilità sociale ed ecologista che appartiene al Grimm autore e uomo.
Tracce
evidenti di queste tematiche le possiamo rinvenire nell'apertura di These
Rollin' Hills, ritratto del luogo a cui sente di appertenere Tim Grimm,
nel suono scuro ed essenziale di Gonna Be Great,
descrizione della crisi di democrazia e partecipazione vissuta nel mondo occidentale,
e ancora in Black Snake, cronaca e accusa contro i danni del petrolio e
dello sfruttamento della terra, che ci ricorda come Grimm sia anche amico dello
scrittore e attivista Wendell Berry (da scoprire la saga ambientata a Port William,
pubblicata in Italia da Lindau) con il quale condivide molte di queste battaglie.
Il brano centrale forse rimane Thirteen Years,
una sorta di romanzo di formazione messo in musica, dove il ricordo di un vecchio
albero abbattuto da un fulmine nella vecchia fattoria di famiglia, e poi trasformatosi
in una chitarra, è il pretesto per evocare la figura del padre in una lunga e
discorsiva ballata folk.
Grimm e famiglia al seguito scelgono un suono
asciutto e in buona parte acustico per narrare queste storie, come ci aspetteremmo
da un folksinger avvinghiato alla grande provincia americana: il fiddle e il banjo
dettano il passo antico di So strong, chitarra e voci dei conuigi Grimm
tessono una melodia delicata in Finding Home e nella dimenticata vicenda
popolare irlandese di metà ottocento, protagonista Tom Guerin, richiamata in The
Hungry Grass. Prezioso e leggero il lavoro svolto da Jackson Grimm
agli strumenti a corda, con atmosfere da murder ballad country nel ripescaggio
del tradizionale Darlin' Cory, fino alla cullante chiusura da nenia folk
di Over Hill and Dale. Eccellente l'edizione cartonata con litografie e
disegni in bianco e nero e la solita cura dei testi, tradotti in italiano, da
parte dell'Appaloosa.