C’è un locus amoenus
dell’anima, un recesso del nostro spirito in cui dimora la musica che
ascoltavamo da ragazzi, quando hanno preso forma i nostri gusti e le canzoni
erano un viatico verso il mondo esterno o, all’opposto e in modo complementare,
uno strumento per esplorare le latebre della nostra interiorità. Quella
musica, che fu la colonna sonora della stagione che ci ha visto salire
il “limitar di gioventù”, non ci abbandonerà mai, non importa quanto il
nostro percorso di scoperta ci abbia poi condotto lontano da essa. Così
è stato per Katie Crutchfield (aka Waxahatchee)
e Jess Williamson, che, nel concepire l’estemporaneo progetto di coppia
denominato Plains, hanno trovato naturale tornare a quella stagione
della country music di trent’anni fa che, per due ragazze del Sud come
loro (l’una ha le sue radici in Alabama, l’altra in Texas), ha costituito
il liquido amniotico inevitabile in cui maturare il proprio amore per
la musica.
Dixie Chicks, Judds, Shania Twain… sono questi i nomi che entrambe citano
come stelle polari dell’ispirazione smaccatamente retrò che le ha guidate
a comporre e a selezionare le dieci tracce di I Walked With You
a Ways (nove originali e una cover). Sono nomi che al lettore
di Rootshighway, abituato a declinare il country accompagnandolo con il
prefisso “alternative”, suonano decisamente troppo mainstream, ma è indubbio
che per due ragazze cresciute con l’orecchio appoggiato alle southern
radio negli anni ‘90, quella è la musica che prima di altre ne ha nutrito
la fantasia e l’ispirazione. E poi è il risultato che conta, e vi assicuriamo
che questa raccolta di quadretti country pop ha una freschezza che latita
dalla maggior parte delle produzioni indie contemporanee. Lo chiarisce
fin da subito il brano d’apertura Summer Sun,
con quella trama acustica festosa guidata dall’armonia delle voci: un
modo per stabilire il tono del resto dell’album, che procede poi tra balzi
pop-rock (le lievi scosse elettriche del singolo Problem
with It, il riff senza tempo di Last 2 on Earth, la
pulsione di No Record of Wrongs) e immalinconimenti mai troppo
seriosi (la cartolina in punta di banjo di Abilene),
e comunque sempre alimentati dal respiro delle pianure infinite (valgano
per tutti il ciondolare di Easy o l’accenno di ultimo valzer della
title track).
Per quelli che seguono fin dall’avvio il percorso di queste due autrici,
partite entrambe da territori indie, quest’album a nome Plains sembrerà
la naturale ulteriore stazione di una strada che le ha avvicinate sempre
più a forme di scrittura e arrangiamenti tradizionali: la Crutchfield
con l’ultimo Saint
Cloud si era fatta notare anche su queste pagine, mentre la
Williamson (che con il suo Cosmic
Wink vanta una delle più crudeli stroncature della storia del
nostro sito) due anni fa ha raggiunto in The Sorceress una dimensione
indubbiamente più compiuta del suo songwrìting. Questo I Walked With
You a Ways (a cui, è giusto ricordarlo, offre un notevole contributo
una selezionata schiera di musicisti guidata dai fratelli Brad e Phil
Cook, vecchie conoscenze anche da queste parti) avrà forse il merito di
segnare la maturità artistica e avviare per entrambe una stagione fertile
di nuove, importanti soddisfazioni. O forse no. Ma, in fondo, egoisticamente,
possiamo ammettere che ce ne importa poco: noi ci godiamo questi trenta
minuti o poco più di armonie deliziose e tanto ci basta. Domani, come
diceva un’altra figlia del Sud, è un altro giorno.