Nato nel 1948 da una coppia
della classe operaia gallese, Andy Fairweather Low ha avuto un
momento di grande popolarità nella parte finale degli anni Sessanta come
fondatore degli Amen Corner, titolari di alcuni singoli di successo in
Gran Bretagna, tra i quali il n.1 (If Paradise Is) Half As Nice,
traduzione in inglese di un brano di Mogol/Battisti. Dopo lo scioglimento
della band e l’esperienza dei Fair Weather, il cantante e chitarrista
si è dedicato alla carriera solista incidendo quattro album dal ’74 all’80
con discreti risultati. Ma la sua popolarità è legata soprattutto alle
collaborazioni: prima con gli Who, poi dall’85 in studio e dal vivo con
Roger Waters, Eric Clapton, George Harrison, Linda Ronstadt e Bill Wyman.
Nel 2006 ha pubblicato Sweet Soulful Music, quinto album solista
e ha girato con la sua band The Low Riders, proseguendo anche l’attività
di session man soprattutto come membro della band di Eric Clapton. Tra
il 2021 e il 2022 è tornato on the road con The Low Riders, incidendo
contemporaneamente Flang Dang nello studio gallese Rockfield,
da solo e con l’aiuto del batterista Paul Beavis. Sfortunatamente le date
fissate per la promozione del disco in Europa insieme alla band sono state
interrotte e poi annullate a causa di una grave malattia della moglie
Barbara.
Flang Dang ripropone un genere che Andy definisce “sweet e soulful”
dal titolo del precedente album solista sopra citato. Muovendosi tra pop,
rockabilly, ska, blues e jazz il musicista propone un disco allegro, leggero
e ballabile, in uno stile che si ascolta raramente in questo periodo,
suonato e arrangiato con gusto, ma limitato da una voce poco duttile e
invecchiata. Dal ritmato opener pop Waiting On
The Up, potenziato da un grintoso break di chitarra alla bluesata
99 Ways, dalla deliziosa e ballabile Ska
67 all’errebi Somebody Wants My Soul il disco scorre
veloce, denotando una preferenza per tracce agili e disinvolte come Dark
Of The Midnight, la swingata Keep Your Faith, il bluebeat
giamaicano di Looking Down, lo shuffle Got Me A Party e
l’up-tempo venato di gospel Stand Up, rallentando soltanto nel
finale con la jazzata e notturna The End Of All The Roads.
Flang Dang è un album di mestiere formalmente ineccepibile, che
riassume le radici e le influenze della lunga storia musicale di un artista
esperto, abituato da parecchi decenni a stare più nell’ombra che in primo
piano.