Non erano semplici sensazioni quelle suscitate da Reckless
Burning, l'esordio di un paio d'anni fa, un malinconico viaggio
tra folk-rock e spruzzate country portato alla luce grazie alla lungimirante
vista della francese Fargo.
Jesse Sykes è davvero una nuova interessante voce femminile nel panorama
della canzone rock più tradizionale. E non chiamatela per favore solo
Americana, perché in Oh, My Girl, secondo episodio in coabitazione
con gli Sweet Hereafter, il songwriting ha compiuto passi notevoli
in avanti e soprattutto ne è scaturito un sound avvolgente, che trasporta
queste ballate nei territori di un country-rock epico e fuori del tempo,
ad un sola distanza dalla piena maturità. Il merito di questo piccolo
miracolo va condiviso innanzi tutto con il fedele compagno Phil Wandscher,
transfuga chitarra solista dei mai dimenticati Whiskeytown, unitosi alla
brava Jesse dopo un incontro fatale in un bar di Seattle verso la fine
del 1998. Sono gli strepitosi interventi delle sue chitarre, infarcite
di riverberi e cresciute nel mito del West di Morricone, con insistenti
rimandi ai dettami del country&western classico, che marchiano a fuoco
i dieci episodi del disco. Il connubio con la vocalità soffusa e ammaliante
di Jesse forma un duo di rara efficacia, mettendo in risalto le tonalità
crepuscolari, da "murder ballads" verrebbe da dire, che contraddistinguono
l'intera raccolta. Le cadenze languide di Oh My Girl (Fuckery) introducono
meglio di qualsiasi descrizione: country-noir è l'etichetta che qualcuno
si è scomodato ad affibbiarle, restringendo forse troppo il senso della
musica di Jesse. Certo è stato quasi inevitabile accostarla alla sensibilità
di altre chanteuse fatali dell'ultima generazione alternative-country,
Neko Case su tutte, oppure all'opera dei Cowboys Junkies (l'eterea Your
Eyes Told ad esempio; il passo rallentato della lunga Birds Over
Water). Nonostante ciò le ombre e gli echi da "Vecchio West" che risuonano
in Troubled Soul, gli orizzonti rosso fuoco del deserto che sembrano
colorare Tell The Boys e Grown a New Heart la avvicinano
piuttosto ad artisti quali Richard Buckner e Mark Lanegan, in grado di
sintetizzare nella loro musica il fascino degli spazi infiniti americani.
Un contraltare femminile dunque, che ha tutte le carte in regola però
per affermarsi con il proprio stile, senza dover rendere conto a nessuno.
Oh My Girl in questo senso rappresenta senz'altro un avanzamento delle
convinzioni, scovando la bellezza di arrangiamenti scarni (il folk-rock
austero di You Are Not Forgotten Here, con lo splendido violino
di Anne Marie Ruljancich) e la differenza che possono portare i
piccoli dettagli. In House Down By the Lake mostra di avere capito
tutto: la ballata parte morbida e molto traditional, con il banjo a guidare
la melodia, poi si aggiungono cambi di tonalità e ritmo, una leggera chitarra
slide ed un finale in cui prende le redini una struggente tromba che profuma
di New Orleans e soul music. Un piccolo gioiello a coronamento di un disco
nel complesso molto convicente
(Fabio Cerbone)
www.jessesykes.com
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